Il segretario Cgil in tour negli stabilimenti pugliesi per sostenere i 5 quesiti referendari. “Non è un voto per i partiti ma per cambiare le politiche sul lavoro degli ultimi 20 anni”
“Usate la vostra testa e diffidate di chi invita a non andare a votare”. È questo il messaggio che Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha portato ai lavoratori durante il suo tour pugliese per promuovere i referendum dell’8 e 9 giugno. In una giornata intensa di incontri, Landini ha fatto tappa negli stabilimenti Vestas e Leonardo Aerostrutture di Grottaglie, per poi proseguire verso la Natuzzi di Laterza. Accompagnato dai vertici locali del sindacato, il leader della Cgil ha sottolineato come “il lavoro non può essere precario, sottopagato o causa di morte”.
Nonostante la scarsa copertura mediatica dei quesiti referendari, Landini si è detto fiducioso: “La partecipazione sta crescendo. Man mano che le persone conoscono le ragioni del referendum, aumenta la propensione al voto”. Dura la replica alla premier Meloni, che ha annunciato che si recherà ai seggi senza ritirare le schede: “È un atto irresponsabile”, ha attaccato Landini. “È come dire che si va a Palazzo Chigi per non governare. Chi vuole prendere in giro? Significa non voler cambiare nulla e lasciare invariati precarietà e sistema degli appalti che causano morti sul lavoro”.
Il segretario ha concluso ricordando che “questo non è un voto per i partiti o per il governo, ma un’occasione per dire che le politiche sul lavoro degli ultimi vent’anni stanno danneggiando soprattutto le nuove generazioni”.


