Un morto e tre feriti in un agguato davanti ai residenti. D’Errico (Udc): “Non è più tempo di promesse, serve un piano straordinario”
Una sparatoria con decine di colpi d’arma da fuoco ha insanguinato mercoledì sera il quartiere Tamburi di Taranto, nella zona delle case parcheggio tra via Machiavelli e via Lisippo. Il bilancio è drammatico: un uomo ucciso e tre feriti, due dei quali in condizioni molto gravi. L’episodio ha riacceso i riflettori sulle condizioni del quartiere, da sempre considerato tra i più problematici della città.
“Se non alziamo ora la voce, se non pretendiamo adesso una svolta profonda, allora significa che come comunità, come istituzioni e come politica, abbiamo davvero fallito”, dichiara l’avvocato Francesco D’Errico, dirigente dell’Udc, che denuncia come il quartiere Tamburi viva da troppi anni sotto un duplice peso: l’emergenza ambientale e un abbandono sociale ormai radicato.
Secondo l’esponente centrista, nonostante le numerose promesse, i piani straordinari e i tavoli tecnici, il quartiere continua a vivere in uno stato di marginalità strutturale. “La criminalità si insinua dove lo Stato si è ritirato”, sottolinea D’Errico, “e lo Stato non è solo la polizia: è la scuola, è il lavoro, è l’assistenza, è la presenza quotidiana e costante delle istituzioni”.
Per affrontare l’emergenza, D’Errico propone la creazione di un “Patto per i Tamburi”, un programma straordinario di riqualificazione sociale e urbana da finanziare attraverso fondi europei e risorse strutturali. Il piano dovrebbe coinvolgere Comune, Regione, Prefettura, forze dell’ordine, scuole, parrocchie e associazioni in un intervento integrato che vada oltre il semplice aumento dei controlli.
“Servono case dignitose, spazi per i bambini, corsi professionali, sostegno alle famiglie, interventi psicologici, centri di aggregazione”, elenca D’Errico, sottolineando l’importanza di un monitoraggio costante degli interventi. “Non possiamo più accettare che un quartiere venga lasciato morire mentre il resto della città cerca di andare avanti”, aggiunge.
La gravità della situazione emerge chiaramente dalle parole conclusive del dirigente Udc: “Taranto è una città spezzata, una parte che vive e una parte che sopravvive. E quando la criminalità spara per strada, sta dicendo a tutti noi che quella parte dimenticata non ha più nulla da perdere”. D’Errico respinge l’interpretazione dell’episodio come semplice regolamento di conti, definendolo invece una “richiesta disperata di attenzione” a cui la politica deve rispondere con “fermezza e concretezza”.