All’appello ha risposto gran parte della comunità, commossa dalla vicenda. La giornalista Selvaggia Lucarelli solleva un quesito: “Perchè chiedere soldi ai cittadini?”
Sollevare dubbi nel nostro Paese è diventata una colpa. Ma quando si parla di danaro la questione risulta non di poco conto. La giornalista Selvaggia Lucarelli dalle pagine social ha criticato la raccolta fondi partita dal Comune di Taranto a favore del bambino ritrovato, lo scorso 12 agosto, in una via del centro cittadino. Proprio la stessa aveva negli scorsi mesi, messo in dubbio diverse operazioni nelle quali si richiedevano soldi per cause benefiche lanciate da privati, dubbie o non tracciabili o certificabili. In relazione alla vicenda in questione e alla campagna promossa dal sindaco Rinaldo Melucci chiede: “Il bambino verrà preso in carico dallo Stato e poi adottato. Perchè chiedere soldi ai cittadini? E ancora: “Ma quindi perchè paghiamo le tasse”.
Interrogativi che necessitano di risposte e che noi stessi rilanciamo. Perché il Comune di Taranto promuove una campagna di raccolta fondi essendo il bimbo attualmente affidato alle cure dello Stato? Perché chiedere al cittadino di mettere la mano al portafogli in una circostanza per la quale le leggi risultano già essere a garanzia dei minori abbandonati od orfani o in stato di necessità? Esistono delle tutele in tal senso essendo il nostro uno stato di diritto. Quanti soldi sono stati effettivamente ricevuti dall’Ente e a chi verranno indirizzati?
Rivendicare la legittimità di tali richieste risulta imperativo. E se qualcuno esercita tale diritto/dovere non va dileggiato. È nell’interesse pubblico visto che l’invito a far convergere fondi proviene da un ente pubblico (il Comune di Taranto) e si rivolge ad un pubblico ( i cittadini /contribuenti). Muovere le corde dell’anima di una comunità commossa e partecipe di una storia dai tratti drammatici è condivisibile se le circostanze ne rivendicano l’impellenza o l’opportunità. Ma ci chiediamo se questo possa essere un caso annoverabile.
Cavalcare l’onda emotiva di una notizia che vede protagonista un bimbo nei primi istanti di vita e lasciato al proprio destino o a quello amorevole altrui, per giustificare l’apertura di un conto Iban ad hoc e destinarne soldi generosamente offerti dai cittadini, è una scelta che non trova piena spiegazione. Con ciò non si vuole svilire il gesto collettivo di solidarietà, ma risulta anche necessario affrontare il tema della speculazione e della strumentalizzazione del bene.