Il segretario aziendale di Uiltrasporti Taranto, Giuseppe Fumarola: “E’ una piaga sociale, servono campagne rieducative e maggior presenza delle forze dell’ordine”
Esiste a Taranto, purtroppo da anni, una cultura dell’inciviltà incancrenita quanto ostinata da combattere e rimuovere, che si manifesta in vari modi e luoghi.
Una delle espressioni peggiori e potenzialmente più pericolose è certamente quella che riguarda la lunga catena di atti vandalici ai danni dei mezzi di Kyma Mobilità.
L’ennesimo episodio è accaduto nella notte tra il 3 e il 4 ottobre, al quartiere Tamburi: un mezzo fuori servizio è stato colpito da alcuni sassi all’altezza di via Orsini; in base a quanto riportato, fortunatamente non si registrano feriti o danni particolari all’autobus.
Sul posto è prontamente sopraggiunta una volante della Polizia di Stato, che però non è riuscita ad individuare i responsabili.
Il gesto accade a poca distanza di tempo da un episodio analogo e più grave.
Lo scorso 23 settembre, infatti, un mezzo della linea 11, che transitava da Paolo VI al Borgo, era stato colpito da un grosso masso, che aveva mandato in frantumi il finestrino: in quell’occasione un passeggero era rimasto lievemente ferito.
Eventi come questi potrebbero minare la percezione di sicurezza di autisti e passeggeri a bordo dei mezzi pubblici e di disincentivare l’uso degli stessi, a fronte degli sforzi portati avanti dall’amministrazione per implementare il parco mezzi con autobus ibridi ed elettrici? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Fumarola, autista e segretario aziendale Uiltrasporti.
Non solo sassaiole, ma anche aggressioni fisiche e verbali ai danni di autisti dei mezzi pubblici: qual è la sua esperienza in merito?
Nella mia esperienza di autista e anche sulla base dei racconti dei colleghi posso affermare che c’è spesso molta insofferenza da parte dell’utenza: quando i passeggeri salgono a bordo dei mezzi sono già nervosi per la lunga attesa o per una corsa saltata, a causa della carenza di personale. Il che non giustifica assolutamente le aggressioni verbali o fisiche, ma costituisce per noi un motivo di tensione sul posto di lavoro.
Esistono linee maggiormente a rischio di atti vandalici?
Assolutamente sì: questi eventi capitano quasi sempre in tarda serata e in quartieri periferici come Paolo VI e i Tamburi. Difficilmente abbiamo avuto notizia di una sassaiola in città.
Quali potrebbero essere le possibili soluzioni a breve e lungo termine?
Tempo fa, durante una riunione dei sindacati con Prefetto e Questore, abbiamo definito unanimemente questi episodi come piaga sociale. Ed è proprio così: gli autori sono spesso bande di ragazzini che vagano liberamente per le periferie e scompaiono subito dopo aver vandalizzato il mezzo, rendendo difficile la loro identificazione. Credo sia necessaria una maggior presenza di pattuglie delle forze dell’ordine, in determinati orari e nei pressi dei quartieri più a rischio.
Per estirpare il problema alla radice, invece, penso sia necessaria una campagna di rieducazione alla civiltà e al rispetto, da attuare soprattutto nelle scuole e negli altri luoghi deputati alla formazione dei giovani. Le famiglie non hanno più questo potere, purtroppo.
Ritiene che eventi del genere possano disincentivare l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini? Ha raccolto testimonianze di timore da parte dei passeggeri in alcune occasioni?
Certamente. Mi è capitato che alcuni passeggeri abbiano chiesto di non fermarmi per far salire bande di ragazzini sospetti in determinati punti della città, per paura di disordini a bordo. Ripeto, è una vera e propria piaga sociale, contro la quale bisogna agire subito e su più fronti, prima che produca danni ancora maggiori.
Nota: nella foto a corredo dell’articolo alcuni autobus danneggiati a seguito di atti vandalici risalenti a maggio 2023


