La petroliera non è entrata in porto per rifornirsi di greggio destinato all’ aviazione
Nella giornata di ieri le organizzazioni sindacali USB e Cobas, avevano annunciato attraverso una nota, un presidio di lavoratori, lavoratrici e cittadini solidali davanti all’ingresso del porto mercantile di Taranto. Nella stessa, era stata avanzata anche la richiesta di incontro urgente indirizzata al prefetto di Taranto Paola Dessì, al commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio Giovanni Gugliotti, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano e al sindaco Pietro Bitetti.
Come riportato dalla nota Usb l’ obiettivo comune, in collaborazione anche con altre realtà sociali che si sono autoconvocate in serata nella stessa piazza, é stato fermare la nave israeliana Seasalvia.Fermare con essa, la logistica di guerra che alimenta il massacro del popolo palestinese.
“Il presidio al porto mercantile -fanno sapere- ha bloccato la petroliera con il greggio destinato a Israele. La nave Seasalvia, diretta a Taranto per rifornirsi di 30 mila tonnellate di greggio destinato all’aviazione militare israeliana, non è entrata in porto.”
“È stato il comandante della Capitaneria di porto di Taranto-sottolineano- a riferire ai manifestanti l’annullamento delle autorizzazioni per l’attracco della nave comunicato dall’ENI, responsabile dell’area di ormeggio e delle operazioni di carico del greggio. Resta ancora incerta la nuova destinazione della nave e il rischio che possa portare a termine altrove la propria missione. Da questo punto di vista, sarà fondamentale tenere alta l’ attenzione a Taranto come in tutti gli altri porti e, in generale, negli snodi logistici del Paese.È quanto avviene già da tempo sotto l’ esempio dei portuali di Genova, Livorno, Ravenna che hanno indicato la strada per bloccare gli ingranaggi della complicità. Da loro è partito il segnale con lo sciopero generale del 22 settembre scorso che ha visto centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici incrociare le braccia e manifestare insieme ad un intero popolo per fermare il genocidio, difendere la Flotilla e la sua missione di umanità, denunciare il sistema economico e politico che alimenta l’ orrore. Blocchiamo tutto -concludono- è l’ impegno che abbiamo preso. Anche Taranto ieri ha fatto la sua parte.”