Dopo la salvezza in serie A la squadra primavera del capoluogo salentino ha messo in bacheca anche il titolo di campione d’Italia del campionato di categoria
di Mimmo Frusi
Il Lecce Primavera campione d’Italia. Dopo ben diciannove anni dall’ultima successo, quando in campo c’erano alcuni talenti come Pellè e Bojinov, i salentini vincono con merito lo Scudetto Primavera facendo esplodere di gioia i tanti tifosi giallorossi (in netta maggioranza) giunti ieri sera al Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Vittima della serata la Fiorentina di Aquilani, che dopo ben 122 minuti, ha dovuto alzare bandiera bianca sul colpo di testa del difensore svedese Hasic, bravo a sfruttare la sponda di Hegland sull’ultimo calcio d’angolo della partita, ottenuto nei secondi finali dei tempi supplementari, con i rigori che ormai sembravano dover decretare la vincente del torneo.
Dopo la salvezza in Serie A, quindi, è arrivata anche la conquista dell’ambito trofeo che proietterà i giallorossi a giocare in Europa il prossimo anno, portando in giro per il vecchio continente il nome della Puglia e specialmente di Lecce. Il Tricolore conquistato infatti, oltre a garantire la partecipazione automatica alla prossima finale di Supercoppa Italiana Primavera, permetterà ai leccesi di giocare la prossima UEFA Youth League, la Champions degli under 19 che li vedrà così misurarsi nella stagione 2023/24 contro i più forti club europei.
Un capolavoro sportivo dei ragazzi di Coppitelli, che avevano già chiuso al primo posto la regoular season. Un risultato frutto però soprattutto dell’incredibile lavoro di scouting di Pantaleo Corvino che si conferma il numero uno nello scoprire giovani talenti stranieri (la formazione giallorossa era composta interamente da calciatori non italiani) e a creare intorno a questi ragazzi le basi per il futuro tecnico ed economico di una società che ormai è, e deve essere, da monito a livello regionale e nazionale per i risultati, non solo sportivi, raggiunti.
Il club di Saverio Sticchi Damiani si candida così ad entrare tra le medio-grandi del calcio nostrano grazie a poche ma fondamentali caratteristiche: costanza, passione e soprattutto auto sostenibilità economica.