Il Taranto dista 5 punti dalla vetta (sarebbero 6 senza la penalità del Bisceglie) nonostante un costo del lavoro oltre gli 800 mila euro e una gestione totale che sfiora 1,2 milioni fra ripescaggio, spese generali e settore giovanile. Numeri sproporzionati per la categoria, rispetto alla struttura reale del club
Eccellenza Puglia, quattro squadre un solo traguardo. Come già evidenziato in precedenza, sono quattro le squadre che giocano un torneo nel torneo, tutte candidate alla promozione diretta. Dopo 17 giornate le posizioni di vertice cominciano però a delinearsi con maggiore chiarezza: la forbice tra la prima in classifica, il Bisceglie, e la quarta, il Canosa, si è allargata a sette punti. Nel mezzo troviamo il Brindisi, iniziale e indiscussa favorita, staccata di tre lunghezze, e il Taranto, costruito all’ultimo momento, che accusa un distacco di cinque punti. A dire il vero, il Bisceglie sul campo avrebbe fatto ancora meglio: senza la penalizzazione relativa a inadempienze amministrative della scorsa stagione, i punti conquistati sarebbero 41, con un margine ancor più consistente sulle inseguitrici.
L’interesse del campionato è ora concentrato sul prossimo turno, che propone i confronti diretti Bisceglie–Canosa e Taranto–Brindisi, sfida quest’ultima degna di categorie superiori. Troppo lungo il campionato per parlare di svolta decisiva, ma i risultati di domenica possono certamente offrire una traccia sensibile sulle ambizioni delle quattro protagoniste.
BISCEGLIE: la squadra più solida
I risultati parlano chiaro: il Bisceglie è la formazione che più di tutte merita i consensi. Società attenta, gestione economica equilibrata e un costo del lavoro nella norma per un torneo di vertice (circa 400 mila euro).
La rosa è stata già definita “una squadraccia”, nel senso migliore del termine: compatta, aggressiva, tecnica al punto giusto, capace di colpire di spada o di fioretto a seconda delle esigenze.
A guidarla c’è l’uomo giusto: il silenzioso Pino Di Meo, perfetto conoscitore dell’Eccellenza pugliese, oculato nella lettura delle partite e nella valorizzazione delle risorse. Non è un caso se oggi il Bisceglie dà la sensazione di essere la squadra più formata e più matura del gruppo di testa.
CANOSA: macchina a trazione anteriore, outsider credibile
Dal punto di vista economico rientra negli standard del vertice (costo del lavoro circa 450 mila euro). Il Canosa è stato costruito con un’idea chiara: una squadra fortemente proiettata in avanti. L’attacco con Di Piazza, Strambelli e ora anche Croce è tra i più brillanti della categoria e le intuizioni tecnico/tattiche di Pasquale De Candia ne esaltano il rendimento.
Le difficoltà, però, emergono altrove: a centrocampo e in difesa mancano profili davvero leader e strutturati (difficile al momento da reperire) e questo limita la continuità. Il Canosa resta un outsider importante, capace di colpi pesanti, ma allo stato attuale sembra complicato immaginarlo in grado di ricucire tutto il distacco dalla capolista.
BRINDISI: investimenti ingenti, qualità alta, equilibrio da ritrovare
Le operazioni estive avevano indicato il Brindisi come il favorito assoluto. Il budget (circa 700 mila euro) e l’organico, infarcito di giocatori di categoria superiore, lasciavano presagire un campionato dominato. La realtà è stata più complessa: qualche passo falso casalingo, un gruppo ricco di talento, ma forse con troppe “figurine” per un campionato dove spesso prevalgono corsa, aggressività e pragmatismo.
Gli adriatici restano comunque pienamente in corsa. La prossima apertura del mercato obbligherà però la società a intervenire soprattutto a centrocampo, reparto dove serve qualità, muscolo e concretezza. Impatta negativamente anche la situazione dello stadio, in piena ristrutturazione per i Giochi del Mediterraneo: l’impianto attuale non rappresenta un vero fattore campo e penalizza il rendimento interno.
TARANTO: budget enorme, progetto fragile, squadra incompleta
Il Taranto è la grande variabile del campionato. Piombato in Eccellenza all’ultimo momento, ha dovuto costruire squadra, staff e struttura a ridosso dell’inizio del torneo. E le scelte fatte in fretta hanno presentato un conto pesante.
Esonerati in modo affrettato il direttore sportivo Riccardo Di Bari e l’allenatore Ciro Danucci, con in più incomprensioni interne legate alla figura di un team manager (Bitetto) dotato di licenza da allenatore che si è spinto troppo dentro lo spogliatoio: un episodio non gradito e sintomo di una gestione approssimativa. A completare il quadro, l’assenza di una segreteria strutturata, ben lontana dagli standard della storia rossoblù.
Tutto questo si riflette anche sul campo e sui risultati. Il Taranto dista 5 punti dalla vetta (sarebbero 6 senza la penalità del Bisceglie) nonostante un costo del lavoro oltre gli 800 mila euro e una gestione totale che sfiora 1,2 milioni fra ripescaggio, spese generali e settore giovanile. Numeri sproporzionati per la categoria, rispetto alla struttura reale del club.
La rosa stessa mostra lacune evidenti: difesa lenta e penetrabile, centrocampo tecnico ma senza un vero interditore, mancanza di un cecchino d’area di rigore e under in numero limitato ed assolutamente non determinanti.
La priorità assoluta, prima ancora dei rinforzi, è però lo snellimento della rosa. Trapela dalle recenti dichiarazioni degli addetti. Solo alleggerendo il gruppo si potrà poi intervenire, con profili mirati (non sarà facile individuarli), nei tre reparti chiave: centrale difensivo rapido, mediano fisico e capace nel recupero, prima punta da gol certi.
Il prossimo match con il Brindisi diventa così una delle partite più pesanti del girone d’andata: non decisiva, ma fondamentale per il morale, la stabilità e le ambizioni dei rossoblù.
Conclusione
Il campionato resta apertissimo, ma i valori cominciano a emergere:
- Bisceglie oggi è la squadra più solida e completa
- Brindisi ha il talento per insidiare la vetta, ma deve equilibrare la rosa
- Canosa è brillante davanti, ma fragile dalla cintola in giù
- Taranto ha speso (e spenderà) più di tutti, ma è quello che deve ancora trovare una vera identità
La giornata che arriva non chiuderà, certamente, i giochi, ma potrebbe indicare, con precisione, la direzione che prenderà la corsa alla Serie D.


