Il 7 luglio scorso si chiudevano le iscrizioni al campionato di competenza del Cus Jonico Basket Taranto. La passione di Roberto Conversano, da sola, non è stata sufficiente. Oltre 50 anni di storia sportiva sono andati a farsi benedire nell’indifferenza generale. Il club è stato abbandonato a se stesso. Eppure per poter procedere all’iscrizione del campionato 2025/26 sarebbero stati sufficienti poco più di 22 mila euro
La città assiste, inerme, alla crisi dello sport tarantino. Fatta accezione per il volley, dove Zelatore e Bongiovanni, d’istinto, hanno isolato quella specialità in una gestione autonoma, tutte le altre discipline, calcio e basket da apripista, soffrono della situazione attuale. Crisi da profondo rosso tanto finanziario quanto della impiantistica.
Nei mesi addietro si è molto parlato d’iniziative economiche a sostegno/rinascita dello sport cittadino, lanciate dal Ministro Abodi e promosse dal Commissario speciale ai Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese. Una Fondazione, con una disponibilità dichiarata inizialmente molto vicina ai 500 mila euro, successivamente ridotta a cinquanta mila ed ancora “modificata” in percentuale minima, a un “tot” per mille. L’entusiasmo iniziale è quindi ben presto scemato.
Nel presente la disciplina più penalizzata è quella del basket. Il 7 luglio scorso si chiudevano le iscrizioni al campionato di competenza del Cus Jonico Basket Taranto. La passione di Roberto Conversano, da sola, non è stata sufficiente. Oltre 50 anni di storia sportiva sono andati a farsi benedire nell’indifferenza generale. Il club è stato abbandonato a se stesso. Eppure per poter procedere all’iscrizione del campionato 2025/26 sarebbero stati sufficienti poco più di 22 mila euro. Le risorse cittadine, di qualsiasi ordine e struttura, si sono eclissate, inclusa quella Fondazione del Mediterraneo partorita dall’interessamento di Massimo Ferrarese. E pensare che, dichiarazioni recentissime del suo presidente Angelo Buonfrate accennavano a una sponsorizzazione già pronta, per il calcio, di oltre 200 mila euro. Allora la domanda sorge spontanea: per quale motivo non attingere a quei fondi (se reali) per salvare, con poco più di 22 mila euro, anche il Cus Jonico?
Dietro questo ennesimo “fallimento” sta inoltre montando la sensazione che i Giochi del Mediterraneo, nelle difficoltà finanziarie e strutturali, aggiornate ai giorni nostri, siano di intralcio alle attività dello sport cittadino. Rimaniamo per il momento sul basket. La demolizione del PalaRicciardi (si dice possa essere disponibile soltanto nei primi mesi del 2026) e l’indisponibilità di altri parquet idonei, avrebbero messo in crisi, a prescindere, il Cus tanto per gli allenamenti quanto per le gare ufficiali.
A tal proposito nessuno, tanto meno il Commissario ai Giochi del Mediterraneo, ha mai pensato (vale per il basket quanto per il calcio) di realizzare, in città, delle strutture leggere, alternative, dall’utilizzo immediato e temporaneo. Capita così che, scomparsa la pallacanestro rischia di seguire la stessa sorte il calcio. Con l’aggravante che l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale di F.C. Taranto 1927 srl ha ampliato le difficoltà temporali per quanto attiene il futuro immediato della squadra che dovrà rappresentare la città.
Infatti, tra le competenze del Curatore Fallimentare nominato, c’è anche quella di provvedere alla eventuale vendita, durante l’esercizio provvisorio, del ramo sportivo di quella azienda. Il tutto nel tentativo di creare eventuali risorse in favore dei creditori.
Esiste però una pregiudiziale non indifferente che incide sulle decisioni di chiunque. Il Taranto in procedura giudiziale, per iscriversi a un campionato organizzato dalla Federcalcio (presumibilmente una 2° categoria) deve prima dimostrare di aver saldato il debito sportivo relativo alla stagione da poco conclusa. Rappresentato da stipendi, Irpef ed Inps che gravano su quelle mensilità, un “giochino” di oltre 500 mila euro.
Dopo questa verifica, il Curatore fallimentare potrebbe anche decidere, perché no, di rifiutare l’incarico. E su questa eventuale decisione è vincolata la procedura migliore che adotterà la Federcalcio per l’assegnazione della categoria di Eccellenza regionale a una nuova struttura societaria. Il titolo sarà comunque assegnato dalla Presidenza Federale senza dover ricorrere a bandi gara.
Ad oggi chiacchiere tante, nomi di ipotetici interessati di più, concrete manifestazioni d’interesse nessuna. Occorrerà sempre individuare una struttura per le gare ufficiali della stagione sportiva 2025/26 e per il gli allenamenti settimanali, dotata dei servizi indispensabili. Senza dimenticare l’importo, congruo, da versare come fondo perduto all’atto dell’iscrizione.
Della disponibilità futura dello Iacovone se ne potrà parlare soltanto quando l’impianto ritornerà nella disponibilità della Civica Amministrazione. Gulp!


