martedì 22 Ottobre 24

Euro 2024, nonostante tutto, siamo l’Italia

Non ci sono campioni nella rosa scelta da Spalletti. Ci si affida al gruppo, all’exploit di Barella, al colpo firmato Scamacca

A stappare la kermesse ci ha pensato la cinquina teutonica rifilata alla malcapitata Scozia. Troppa Germania per McTominay è compagni liquidati dai padroni di casa in appena quarantacinque minuti. Per trovare invece la prima macchia d’azzurro bisogna viaggiare con la mente e non solo sino a Dortmund, dove tra meno di un’ora i ragazzi di Spalletti si cimenteranno in un innovativo quanto inusuale derby dell’Adriatico contro i cugini albanesi, le cui presenze dovrebbero aggirarsi attorno alle 50. 000 unità. Si riparte quindi dal Westfalenstadion, vero e proprio stargate capace di schiudere i sogni dell’Italia di Lippi nel 2006, consegnando a domicilio, agli amati crucchi, la più fragorosa beffa che il calcio tedesco abbia mai conosciuto.
Si riparte dalla parabola di Grosso, dal violino di Gilardino, ma più terrenamente anche dalla manona di Gigio Donnarumma, cui è toccato l’onore di cucire, punto dopo punto, la Gioconda delle beffe calcistiche in quel di Wembley.

Ripartiamo dalla conoscenza di Spalletti, da una Nazionale composta da ottimi giocatori, ma senza l’ombra di un campione vero. Da una SimilUnderVentuno, uscita dal ciclo senza essere maturata appieno. Non è più il tempo dei Buffon, dei Maldini, dei Totti e dei Del Piero. Si riparte dal gruppo, si spera, e a quello ci si affida come ad un dogma, quando diventa difficile riconoscere distintamente la stoffa che appartiene a chi parla alla pari con gli Dei del calcio.
Si riparte da Campioni in carica. Siamo l’Italia, e tanto basta. Buon Europeo, Azzurri.

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