di Vittorio Galigani
Trascorso il periodo dedicato alle elezioni amministrative, per l’elezione del nuovo Sindaco (al proposito congratulazioni a Piero Bitetti), i tifosi stanno nuovamente concentrando le proprie attenzioni ed aspettative sul futuro dei colori rossoblu. A dire il vero, sino ad oggi, sul territorio, si sono fatte soltanto molte chiacchiere di facciata. Qualche sprovveduto ha anche inteso strumentalizzare il calcio, fortunatamente senza successo, nella contesa politica
Le nubi, che si addensano sul futuro del calcio a Taranto, si diraderanno probabilmente intorno alla metà di luglio. Per ora, l’unica certezza è data da quella che sarà la categoria di appartenenza. Dopo i “disagi” accusati nello scorso campionato da F.C. Taranto 1927 i vertici della Federcalcio riserveranno infatti alla città, per le sue tradizioni sportive, il diritto di iscriversi al campionato di Eccellenza regionale, in sovrannumero. Lo stabilisce l’articolo 52 delle norme federali. Equivale a ricominciare da sotto zero, con l’obbligo di superare mille difficoltà. Perché nessun campionato si vince con il solo blasone.
I Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto, nell’estate del 2026, offrono alla città l’opportunità di uno scatto in avanti, non soltanto in riferimento all’impiantistica. C’è da impegnarsi per evitare che quelle strutture, che i progetti riferiscono all’avanguardia, diventino cattedrali nel deserto. Vale per tutte le discipline e per tutto l’apparato sportivo del territorio. Sottinteso che le attenzioni maggiori sono rivolte al futuro del calcio cittadino ed alle prospettive per quella maglia.
Trascorso il periodo dedicato alle elezioni amministrative, per l’elezione del nuovo Sindaco (al proposito congratulazioni a Piero Bitetti), i tifosi stanno nuovamente concentrando le proprie attenzioni ed aspettative sul futuro dei colori rossoblu. A dire il vero, sino ad oggi, sul territorio, si sono fatte soltanto molte chiacchiere di facciata. Qualche sprovveduto ha anche inteso strumentalizzare il calcio, fortunatamente senza successo, nella contesa politica. Nessun soggetto, giuridico e/o fisico si è proposto con progetti mirati, concreti e sostenibili. Ad oggi, solo qualche telefonata, per informazioni, al Comitato Regionale della Federcalcio e nulla più.
Decideranno quindi i vertici federali dettando al nuovo sindaco le line guida per il bando di assegnazione del nuovo titolo sportivo, della nuova matricola. Il calcio tarantino non può, non deve marcire tra i dilettanti. Tra i vari requisiti sarà anche richiesto un piano industriale pluriennale, garantito, che preveda il ritorno tra i professionisti nel minor tempo possibile.
Ci vorranno investimenti adeguati, nell’ordine di milioni. Nell’ipotesi migliore ci vorranno 5/6 stagioni per riaffacciarsi ai campionati nazionali perché, come accennato, non è mai facile vincere, in nessuna categoria. Ci sarà anche da sciogliere, con la Civica Amministrazione, il “nodo” per l’utilizzo del rinnovato Iacovone. Tempi, metodi e costi.
Non dimenticando che, nel campionato di avvio, in Eccellenza, causa i lavori di ripristino dello stadio Iacovone (verrà riconsegnato nella prossima estate, alla vigilia dei Giochi del Mediterraneo), la nuova Società, per le gare casalinghe e per gli allenamenti, come per il settore giovanile, dovrà ricorrere all’utilizzo di un impianto, vicinorio, alternativo. Con tutte le difficoltà logistiche e sportive che ne potranno derivare. Non escludendo a priori l’ipotesi delle “porte chiuse” per motivi di ordine pubblico. O comunque a capienza limitata alla quella della struttura che verrà utilizzata.
A proposito, perché ci si renda conto della realtà inerente il futuro immediato. A Barletta, per vincere l’ultimo campionato di Eccellenza regionale, hanno speso, tanto per cominciare, più di 1,2 milioni di euro. Compresa l’antifona?


