giovedì 1 Maggio 25

Si stava meglio quando si stava peggio

Il campionato di Lega Pro sta per volgere al termine, ma è oramai un affare che da diverse settimane non riguarda più il Taranto. Breve percorso delle vigilie di Pasqua, nelle quali l’attesa per la festività si mischiava all’adrenalina prodotta dalle partite. In attesa, naturalmente, che il cuoio torni a rotolare e le bandiere rossoblù a sventolare

Nell’uovo di cioccolato non vi è niente. Non una sorpresa che allieti i tifosi del Taranto, ancora alle prese con il nulla di una situazione senza vie d’uscita e tutta da decifrare. Nessuna sorpresa da aprire o scartare. Magari un cuoio che rotoli, una partita da attendere e seguire con ansia.

Un anno fa la festività cadde presto, il 31 marzo, e l’attesa era tutta per la gara con la Casertana, da disputare il giorno prima e contro cui era necessario andare a punti per rendere solida la classifica. Ne scaturì, invece, una sconfitta di misura per 1-0, con gol maturato dopo 10 minuti Quando il pallone scagliato da Pinto gonfiò la rete alle spalle di Vannucchi si gelò il sangue in circolo nei cuori rossoblù. Al triplice fischio teste basse per lo sconforto, ma a distanza di tempo sappiamo che non è stato nulla rispetto a quanto successivamente avvenuto. Persino una battuta d’arresto potrebbe avere un dolce sapore: è la misura del periodaccio in corso.L’8 aprile di due anni fa, invece, fu festa. Vera per celebrare un rotondo successo sul Pescara di Zeman. In uno Iacovone sufficientemente colorato, i rossoblù di Eziolino Capuano piegarono i biancazzurri per 3-0. Le reti di Tommasini e Bifulco (doppietta) schiantarono gli abruzzesi al secondo stop in sette gare. Fu forse la migliore partita della stagione e che cullò dolcemente il tifoso del Taranto alla vigilia di Pasqua. Quando si vince tutto va bene. Quel primo anno di Capuano, di nuovo a Taranto dopo oltre 20 anni, non passerà alla storia per gol realizzati e vittorie ottenute. Verrà ricordato per la produzione industriale di pareggi (13): troppi, ma importanti per costruire una meritata salvezza. Tuttavia, con i pescaresi fu generosa con sé stessa e tutta la piazza.Il 16 aprile 2022 (Pasqua era il 17), il Taranto pareggiò il derby dei derby con il Bari, che mancava da trent’anni. Davanti a 11.000 spettatori, le due squadre diedero vita a uno 0-0 poco memorabile. Nessun rimprovero ai 22 in campo, che avevano raggiunto gli obiettivi richiesti di salvezza e promozione in B. La voglia di vedere un Taranto vincente era tanta, soprattutto in una sfida così sentita, ma senza stimoli veri è difficile attendersi qualcosa di diverso. Peccato, non importa e comunque ripensare a ciò che rappresentò quella partita fa sorridere quasi senza accorgersene.

Pochi secondi e il ricordo svanisce e si torna alla dura realtà del presente. Sembrano trascorsi decenni e invece no. Si stava davvero meglio quando si stava peggio.

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