A LecceSette la presidente dell’Org, Giovanna Amedei, interviene sull’eliminazione dei vincoli sulle dune voluta dalla Regione Puglia: “Così si elimina ciò che ne consente salvaguardia e tutela”
La notizia che la Regione Puglia ha tolto i vincoli sulle dune non smette di suscitare reazioni nell’opinione pubblica.
Come riportato qualche giorno fa da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, la Regione ha eliminato il divieto di inserire nelle concessioni demaniali anche i cordoni dunali; il provvedimento, in atto dal 2015 e fino alla fine del 2022, era stato inserito ai tempi del governo di Nichi Vendola, per proteggere alcuni elementi caratteristici del paesaggio, come falesie, macchia mediterranea e dune, per l’appunto.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta, la motivazione risiederebbe nella scarsità di risorse in dotazione ai Comuni per la gestione del territorio: pertanto, l’unico modo per garantire manutenzione a queste aree sembrerebbe proprio l’affidamento ai gestori degli stabilimenti balneari.
Un provvedimento, insomma, preso per proteggere le stesse dune, che però ha suscitato indignazione tra gli esperti del settore.
“Come Ordine professionale – dichiara su LecceSette Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia (Org) – ci impegniamo a far pervenire all’Assessore regionale al bilancio con delega al demanio, Raffaele Piemontese, e ai suoi uffici un documento tecnico che evidenzi l’importanza dei sistemi dunali e della loro conservazione strettamente legati ad altri ecosistemi quali gli ambienti umidi retrodunali, le lagune ed i laghi costieri, le praterie di Posidonia oceanica, tutti ecosistemi che, oltre alla funzione strettamente ecologica, hanno notevole valore economico, diretto ed indiretto, e soprattutto paesaggistico”.
Secondo l’Amedei, infatti, “In questo modo di fatto vengono eliminati i vincoli gravanti sui sistemi dunali e che ne consentono la loro salvaguardia e tutela. Oggi le dune, che ricordiamo essere il risultato di lenti processi di accumulo ad opera del vento e delle sabbie trasportate dalle correnti marine lungo costa – ambienti di estremo valore geomorfologico, paesaggistico, naturalistico ed ecologico, rappresentano già ambienti relittuali poiché la stragrande maggioranza di esse sono state smantellate per contribuire allo sviluppo urbanistico/turistico dei territori. E le poche “sopravvissute” sono tuttora minacciate dall’azione antropica e dall’erosione dei litorali che, secondo l’ultimo rapporto Spiagge di Legambiente, in Puglia è aumentata di cinque volte nell’arco di 30 anni”.
Anche l’ex governatore Vendola è intervenuto senza mezzi termini sulla questione, definendo quanto accaduto “una vera e propria porcata”.