La direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto ha deciso di non aggiudicare l’appalto, bocciando l’unica proposta pervenuta
Ancora un buco nell’acqua nell’ormai decennale vicenda del Centro Sportivo Magna Grecia di Taranto: la direzione dei Lavori pubblici del Comune, infatti, ha deciso di bocciare l’unica proposta pervenuta, presentata dall’Associazione temporanea d’imprese composta da Domus S.r.l., Ek Impianti S.r.l., Prisma Taranto Volley.
L’avviso che certifica la mancata aggiudicazione dell’appalto è stato pubblicato nella giornata di ieri.
Delle vicissitudini che riguardano l’ex centro sportivo tarantino ce ne eravamo occupati qualche tempo fa, portando all’attenzione del pubblico lo stato di fatiscenza e abbandono in cui versa la struttura, che in primavera ha subito anche un piccolo incendio.
L’ATI è la stessa che ha presentato l’offerta la scorsa estate, chiedendo però una sospensione dei termini del bando emanato a luglio 2022; tra le obiezioni mosse, infatti, c’erano la durata ventennale della concessione, che non teneva in conto il tempo di ripristino della struttura, e l’iniziale investimento da 4 milioni e 800mila euro che necessitava di un aggiornamento, alla luce del rincaro delle materie prime e dei costi energetici.
Dopo la riapertura dell’ennesimo bando, avvenuta a settembre e i cui termini erano scaduti ad ottobre 2022, però, non si era saputo più nulla.
Successivamente al nostro intervento era stato comunicato che l’aggiudicazione dell’appalto sarebbe avvenuta a maggio 2023: ora, dopo il parere favorevole espresso dalla Commissione incaricata di esaminare e valutare la proposta presentata, ecco l’ennesimo stop.
Il progetto di riqualificazione del centro, per cui si stima lo stanziamento di oltre 4 milioni di euro, prevedeva la realizzazione di punto ristoro, campi da tennis, di padel, da calcio e da basket: al termine dei lavori, l’ATI avrebbe gestito la struttura in concessione per vennt’anni.
Insomma, nella lunga e complicata storia del Centro Sportivo Magna Grecia si inserisce un altro ostacolo ad una riqualificazione che diventa sempre meno probabile.