Niente adesione in Italia Viva per il sindaco di Taranto. Non adesso, più in là forse. Melucci ha capito che nel Pd non ci sarebbe stato spazio per lui. Non ha capito, invece, che con Renzi non toccherà lo stesso palla
Rendere più rappresentativa l’area moderata in Consiglio comunale, il centro, più che ingrossare le fila del partitino di Renzi. Questo il proposito del sindaco Melucci. Questo il ragionamento che, il primo cittadino jonico, farà ai suoi alleati nella riunione di maggioranza convocata per domani a Palazzo di Città. Nessuna adesione per adesso, quindi, ad Italia Viva. Più in là, forse. Prima delle elezioni europee, se fosse necessario. Al sindaco di Taranto interessano soltanto due cose: portare a termine questa legislatura, confidando nell’ideologia del gettone di presenza, potente collante che raccoglie tutti, maggioranza e opposizione senza distinzione alcuna; tentare la via della candidatura per il Parlamento italiano nel 2027. Cioè: dopo un anno esatto dalla celebrazione dei Giochi del Mediterraneo, l’evento-simbolo per una città che deve familiarizzare in tutta fretta con un’ex Ilva che esala ormai gli ultimi respiri.
Melucci ha capito che nel Pd non ci sarebbe stato spazio per lui, che la sua carriera politica sarebbe finita una volta varcati i portoni di Comune e Provincia. Non ha capito, invece, che con Renzi non toccherà lo stesso palla: l’ex premier ha solo da chiedere senza poter offrire nulla in cambio. Della serie: dall’ospedale vuoi la salute. Melucci, comunque dovessero andare le cose, ha imboccato la parabola discendente della sua vicenda pubblica. Gi orizzonti che si schiudono dinanzi a lui sono, per così dire, angusti. Bisogna riconoscergli un merito che andrà studiato in futuro nelle facoltà di Scienza sociali: ha vanificato in un solo anno, polverizzato, dilapidato la grande dote politica ricevuta dai tarantini alle scorse elezioni amministrative. Nonostante una destra cittadina inesistente e un sistema dell’informazione sostanzialmente genuflesso sulle sue posizioni. Ci vuole del talento, cavolo. Tutte queste qualità in un uomo solo sono oltremodo difficili da riscontrare.
Chi seguirà l’Amerigo Melucci nel periplo attorno all’isola del centro politico che (ancora) non c’è? Ciraci? Tribbia? Azzaro? Tutti statisti, uno più De Gaspari dell’altro. Come ripeteva Roberto Gervaso: “La modestia non m’insospettisce meno della presunzione”.