Manna: “Ogni giorno un mix di inquinanti letali per la nostra salute vengono dispersi in maniera non convogliata ed incontrollata”
“‘Io ho vissuto a Genova dove non potevamo assolutamente fare nessun, nessunissimo slopping perché ci avrebbero chiuso’. Queste le parole del fiduciario della famiglia Riva, Agostino Pastorino, che nel 2013 veniva interrogato dal Gip del Tribunale di Taranto. A Genova non si poteva fare slopping già vent’anni fa mentre a Taranto è toccata un’altra sorte, quella degli slopping come è accaduto oggi 3 gennaio 2024 alle ore 9.00 circa dall’impianto dell’acciaieria2 dello stabilimento ex Ilva, acciaierie d’Italia”. Lo afferma in una nota Luciano Manna di VeraLeaks.
‘All’interno dello stabilimento Ilva di Taranto non erano state osservate tutte le misure idonee a evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocivi per la salute umana’. Si potrebbe pensare che queste parole siano state scritte oggi, specie a seguito dell’emissione di stamane. – si legge nella nota – Sono invece le parole scritte dai Giudici del Tribunale di Taranto, nel Decreto di sequestro del 2012 e successivamente richiamate nella motivazione della sentenza con la quale la Corte d’assise di Taranto ha condannato il 31 maggio 2021 ben 26 imputati al termine del processo Ambiente svenduto.

Acciaierie d’Italia, quindi, oggi inquina allo stesso ed identico modo come è accaduto per la gestione Riva e quella statale dopo, sino anche alla gestione successiva di ArcelorMittal che oggi gestisce gli impianti in società con lo Stato. – Afferma Manna – Ogni giorno un mix di inquinanti letali per la nostra salute vengono dispersi in maniera non convogliata ed incontrollata. Veraleaks dimostrerà tutto in Procura”.
A gennaio 2023 VeraLeaks ha portato le prove in Procura della Repubblica e tornerà a farlo nei prossimi giorni anche in relazione alla emissione slopping di oggi. “Lo faremo come abbiamo sempre fatto, insieme ai cittadini di Taranto entro il mese di gennaio 2024. Per questo chiameremo la cittadinanza a firmare l’ennesima denuncia penale nei confronti dei gestori della fabbrica, – conclude Luciano Manna – denuncia a cui saranno allegati documenti che non possiamo rendere pubblici che attestano la modalità criminosa di gestione degli impianti da parte di acciaierie d’Italia”.