La consigliera comunale espulsa dal partito per aver votato a favore del Bilancio di previsione stigmatizza quanto avvenuto: “Il Pd ionico non ha più nulla di democratico”
“Alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore, esprimo la mia più profonda solidarietà ai Segretari dei Circoli PD ingiustamente commissariati. E’ di una gravità inaudita la decisione della Commissione Regionale di Garanzia del PD della Puglia riguardo al commissariamento di ben cinque circoli del PD a Taranto”.
A commentare quanto accaduto è la consigliera comunale Bianca Boshnjaku, espulsa nei giorni scorsi dal Partito democratico insieme ai colleghi Valerio Papa e Michele De Martino per aver votato a favore dell’approvazione del Bilancio di previsione nella seduta del Consiglio comunale del 19 dicembre, contravvenendo alle indicazioni del Pd.
Per la consigliera comunale quella a cui si sta assistendo è una vera e propria “punizione dei dissidenti”:“Domenico De Santis – afferma – Segretario Regionale del PD della Puglia, nella la sua nota, afferma che il commissariamento rappresenta un passaggio obbligato alla luce di una serie di incongruenze legate agli sviluppi amministrativi al Comune di Taranto. E’ lo stesso De Santis che il 14 dicembre, al mio invito di apprezzare la libertà conquistata in democrazia e farne buon uso, mi rispose che se avessi voluto essere libera mi sarei dovuta dimettere! Risposta che rileggerla, tutt’ora, mi fa venire i brividi”.
“Mi duole affermare – continua – che stiamo assistendo a una vera e propria punizione dei, a loro dire “dissidenti”, un vero tentativo di “condanna a morte” senza processo dei tanti compagni e compagne, molti di loro militanti da decenni nel PD Jonico. Sono molto indignata, facevano cosi anche nel Paese delle Aquile, da dove vengo io, durante il regime. In Albania ho conosciuto la dittatura. In Italia so che posso essere libera”.
“Ed è per questo – conclude la Boshnjaku – che rinnovo l’appello ai vertici del PD nazionale: Salvate il PD Jonico, se necessario commissariate, perché oggi, di democratico, non c’è più niente!”.