“Con questo schema necessariamente si andrebbe a creare una vera e propria bomba sociale”
“La presenza di 150 milioni nel decreto sono un fatto positivo, se legati alla fase emergenziale all’interno della fabbrica, ma non si può sottacere che sono risorse sottratte alle bonifiche”, si legge in una nota di Usb Taranto inviato alla IX Commissione al Senato, in occasione dell’audizione sul ddl 1138 (d-l 63/2024 – ex Ilva).
“Due anni fa ci opponemmo alla paventata ipotesi di destinare l’intera somma in capo a Ilva in As all’allora gestore Arcelormittal, e riuscimmo così a sventare vero e proprio furto. Nel dialogo di allora con la politica, apprendemmo che tutte le risorse rimanenti all’interno dell’Amministrazione Straordinaria, tranne 180 milioni, erano vincolate a progetti di bonifica. – continua la nota.
È preoccupante pensare che le operazioni di bonifica del territorio di Taranto possano essere interrotte. Questo territorio, già gravemente colpito dall’inquinamento, rischia ulteriori danni. Inoltre, la situazione incerta riguarda direttamente i 1800 lavoratori dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria, i quali, secondo l’accordo del 2018, avrebbero dovuto rientrare in fabbrica tra il 2023 e il 2025.
Di fronte a questa incertezza, è fondamentale che le risorse finanziarie destinate originariamente alla bonifica siano mantenute, nonostante l’emergenza attuale. Durante le discussioni con il Governo sulla commissariamento dell’azienda, “dicemmo chiaramente che la dotazione economica messa a disposizione, non poteva essere inferiore al miliardo di euro, perché i danni prodotti dalla società che ha gestito negli ultimi tre anni erano tali da richiedere cifre di questo tipo. Situazione questa costellata di mille criticità, come confermato anche dai commissari. Il Governo deve, a nostro avviso, rilanciare mettendo più soldi sul piatto”, continua Usb Taranto.
Si chiede inoltre chiarezza sul futuro dei 14.000 lavoratori, tra diretti e in Amministrazione Straordinaria, in relazione al piano che prevede, dal 2029, l’uso di un altoforno e due forni elettrici per una produzione di 4 milioni di tonnellate. Questo piano potrebbe avere gravi ripercussioni sociali. “Con questo schema necessariamente si andrebbe a creare una vera e propria bomba sociale”.
“Poi l’appalto, che continua a presentare una situazione assurda, perché ci sono aziende in attesa di pagamenti e dipendenti in attesa di stipendi arretrati, tra l’altro si tratta di una platea di lavoratori con la media dell’età più bassa. – conclude la nota – Ci auguriamo che, dopo tanti decreti e tante risorse pubbliche spese, ce ne sia finalmente uno che miri a gestire la vertenza guardando all’interesse dei lavoratori, uniche vere vittime di tutta questa storia”.


