di Francesca Leoci
Nonostante l’istituzione del bonus psicologo, in Puglia solo una piccola parte dei richiedenti riesce a beneficiare
Dopo l’emergenza sanitaria del Covid, molte persone hanno sofferto di ansia e stress a causa dell’allarmismo di massa e delle restrizioni che le hanno costrette a casa per lunghi periodi. In risposta a questa situazione, nel 2022 è stato istituito il bonus psicologo per offrire un sostegno economico a tutte le famiglie colpite a livello psicologico.
Nel 2023, la crisi energetica e l’inflazione hanno ulteriormente aggravato la situazione. Così l’agevolazione è stata prorogata per l’anno corrente, finanziata da altri 10 milioni di euro. Tuttavia, a causa della riduzione della copertura totale nel bilancio dello Stato, saranno poche le persone che potranno usufruire del bonus.
Secondo i dati dell’Inps, solo una persona su dieci in Puglia potrà beneficiare dell’incentivo, mentre nove su dieci saranno costrette a scegliere terapie a pagamento. La povertà sempre più diffusa nella società odierna, però, spinge molti richiedenti a rinunciare all’aiuto psicologico. A gennaio, sono pervenute ben 26.338 richieste in Puglia per ottenere il contributo per le sessioni di psicoterapia: tra i richiedenti pugliesi, sei su dieci sono donne, uno è minorenne, quattro hanno tra i 18 e i 30 anni, e cinque tra i 31 e i 65 anni.
Dagli ultimi dati dell’Unicef, emerge che circa 11,2 milioni di bambini e giovani entro i 19 anni di età (il 13%) soffrono di un problema di salute mentale. Circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione, mentre il suicidio rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.
Tra i principali motivi che spingono i cittadini a chiedere un supporto psicologico, inoltre, ci sono eventi traumatici come una malattia o un lutto, e sintomi psico-fisici come mal di testa o insonnia. Ma anche le relazioni familiari o con il partner, con pressioni domestiche, possono danneggiare la salute mentale, soprattutto nelle donne. Secondo un’indagine del Royal College of Psychiatrists del Regno Unito, quasi sei donne su dieci (59%) hanno menzionato abusi e violenze come principali cause di una scarsa salute mentale. Abusi prolungati possono portare a problemi come ansia, depressione grave e disturbi alimentari, sfociando talvolta in sintomi gravi come ideazione suicidaria o psicosi.
Nonostante i bisogni di assistenza per la salute mentale continuino in gran parte a non essere soddisfatti, il bonus psicologo ha permesso a molte persone di accedere alla terapia per la prima volta: il 72% dei richiedenti non era in cura al momento della domanda e, tra i nuovi pazienti, l’81% non si era mai rivolto a un terapeuta, principalmente per motivi economici. Tra coloro che hanno usufruito della misura, si è registrata una significativa riduzione delle giornate di lavoro perse a causa di problemi di salute mentale. Sia i terapeuti che i pazienti evidenziano l’utilità del bonus nel facilitare l’accesso alle cure psicologiche, riportando miglioramenti nella vita personale di chi ne ha beneficiato.
In questo scenario, è assolutamente necessario prevedere maggiori stanziamenti per aumentare il numero di sedute disponibili e semplificare il processo di adesione, riducendo i tempi di attesa e snellendo le procedure.