“Il Governo ne prenda subito atto e convochi il tavolo apposito”
“La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sull’ex Ilva, con cui è stato stabilito che l’attività industriale deve essere sospesa se pericolosa, ha una portata innovativa per le sorti della città di Taranto. Come commentato a caldo, nella veste di primo cittadino di Taranto, accolgo con rispetto e attenzione la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha stabilito un principio fondamentale: la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente non sono negoziabili, come d’altronde traspare anche dalla nostra Carta Costituzionale”. Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che nella giornata di ieri ha dato mandato agli Uffici tecnici del Comune di studiare la riassunzione nel merito della istanza pendente presso il Tar della Puglia Sez. di Lecce, in relazione all’obbligo posto a carico di Acciaierie d’Italia di adottare tutte le misure necessarie per impedire il protrarsi delle emissioni collegate all’attività produttiva .
“La sentenza emessa, come era tutto sommato atteso, può ora orientare il lavoro del tribunale amministrativo, e ribadisce l’importanza di valutare concretamente l’impatto ambientale e sanitario delle attività industriali, in particolare quelle dell’acciaieria di Taranto, non reputando sufficienti limiti emissivi artatamente imposti da taluni provvedimenti legislativi dello Stato italiano, che per l’appunto abbiamo contestato, a partire dall’AIA del 2017. – Afferma il primo cittadino – La Corte ha chiaramente sottolineato che, in presenza di pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e la salute umana, è necessario sospendere l’esercizio delle installazioni industriali. Questo ci sembra un passo avanti significativo verso la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Adesso il Tribunale di Milano ha, inoltre, il compito di valutare i rischi specifici legati all’ex Ilva. – Si legge nella nota – È essenziale che questo processo sia condotto con la massima trasparenza e imparzialità, responsabilizzando il Governo italiano rispetto agli obiettivi e alle forme della gara con cui si vorranno affidare i compendi aziendali, considerando tutte le emissioni inquinanti, il loro cumulo e il loro effettivo impatto sulla salute e sull’ambiente, già a lungo ingiuriati.
L’Amministrazione Comunale, più che mai impegnata nel processo di transizione che dovrà emancipare Taranto da modelli industriali e monoculture non più proponibili e certamente svantaggiose, continua a ritenere che l’unica prospettiva sostenibile per la salute, l’ambiente e anche il lavoro risieda in un accordo di programma di ampio respiro.
Confidiamo, perciò, – conclude il sindaco Melucci- che la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue possa rappresentare un punto di svolta decisivo per il rispetto dei diritti dei tarantini, specie delle future generazioni. Alla luce di tutto questo, non c’è altro tempo da perdere e il Governo è chiamato a ripristinare e dare definizione al tavolo per l’accordo di programma. Una fabbrica immutata, altrimenti, è destinata ad essere chiusa.”