Più facile l’Assestamento di bilancio, più complicata la modifica dello Statuto comunale. Tutta la politica tarantina s’inginocchia al mantra pubblicitario: “No Martini, no Party”
Più facile che votino, alla fine, l’Assestamento di Bilancio in luogo della modifica dello Statuto. Quella che servirà per la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio comunale. Niente nuovi assessori, niente rivisitazione degli incarichi in questa o quella partecipata, niente party. Manca il martini in questa storia (no Martini, no Party), ma cambia poco in buona sostanza. Alcolici o no, ci si ubriaca ugualmente. I vari Stellato e Lo Muzio non staccheranno la spina a Melucci nella seduta consiliare di domani. Non lo spediranno a casa perché, gira e rigira, di riffa o di raffa, con Scilla o Cariddi, il ragionamento è sempre lo stesso. A casa non vuole andarsene nessuno, a cominciare dalle opposizioni. Ma, un segnale, dovranno comunque darlo per diamine. E che cavolo! Non possono lasciarsi (mal)trattare così dal primo cittadino jonico.
La pari dignità richiesta nell’incontro della settima scorsa a Palazzo di Città, formula più tenera ed educata del vecchio ‘Manuale Cencelli’, verrà raccolta forse a settembre. Dopo le ferie, non prima. Dopo l’assestamento di bilancio, non prima come chiedevano i due rappresentanti politici. E allora, quando è cosi, Bitetti potrà restare seduto sullo scranno più alto dell’Aula per tutto il mese di agosto. “Settembre poi verrà, ma senza sole/E forse un altro amore nascerà”, cantava Peppino Gagliardi. E chi lo dice adesso ad Abbate? Ha anche una laurea in Giurisprudenza. Puoi fuggire dalle tue abitudini, ma non puoi fuggire dalle tue ambizioni.