“Non accetteremo che nessuno si intesti meriti politici non propri, speculando sulla pelle di chi sta difendendo il proprio posto di lavoro con coraggio e dignità. I dipendenti stanno lottando in prima linea per il loro futuro e quello delle loro famiglie”
“Sin dai primi segnali di crisi legati alla vertenza Hiab, abbiamo preso una posizione chiara e decisa, schierandoci a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. La nostra azione è stata costante e concreta: abbiamo indetto assemblee pubbliche, ascoltato le preoccupazioni dei dipendenti, dialogato con le organizzazioni sindacali e presentato interrogazioni parlamentari per portare la questione all’attenzione nazionale.” Lo affermano in una nota gli esponenti del Pd, del PSI e PCI di Monteiasi.
“È necessario però fare chiarezza su alcuni punti fondamentali. In merito alla recente convocazione da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per il 23 ottobre, respingeremo con forza qualsiasi tentativo di appropriazione indebita di meriti.
La verità è semplice e non va distorta: questa convocazione è stata ottenuta grazie alla ferma determinazione e alla mobilitazione incessante dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali. – Sottolineano – Sono loro, attraverso sacrifici quotidiani, scioperi e l’occupazione dello stabilimento dal 13 ottobre, che hanno costretto le istituzioni ad aprire un tavolo di confronto.
Non accetteremo che nessuno si intesti meriti politici non propri, speculando sulla pelle di chi sta difendendo il proprio posto di lavoro con coraggio e dignità. I lavoratori della Hiab stanno lottando in prima linea per il loro futuro e quello delle loro famiglie.
Il nostro impegno è stato e continuerà a essere rivolto esclusivamente alla salvaguardia del sito produttivo di Statte e alla tutela dei lavoratori. – Si legge nella nota – Abbiamo portato la loro voce nei luoghi decisionali, con serietà e rispetto, e continueremo a farlo finché non verrà garantita una soluzione stabile e dignitosa.
Siamo consapevoli che il percorso per risolvere questa crisi è ancora lungo e difficile. La convocazione ministeriale è solo un primo passo, e non rappresenta ancora una soluzione definitiva. Per questo continueremo a vigilare attentamente sugli sviluppi, sostenendo i lavoratori in ogni fase della vertenza. Non lasceremo che la fabbrica di Statte venga chiusa senza lottare fino in fondo. – Concludono – La nostra battaglia è la stessa dei lavoratori: difendere il lavoro, la dignità e il futuro di chi contribuisce allo sviluppo del territorio. E su questo non faremo passi indietro.”