“Spiace soltanto sentire evocare la consuetudine all’assistenzialismo per tutti quei soggetti economici locali che, ogni santo giorno, hanno destinano propri lavoratori (e mezzi) per la causa del siderurgico. Senza mai chiedere nulla in cambio. Senza aver ricevuto un solo euro, come parziale riconoscimento dell’opera prestata”
Con la logica dell’assegnazione dei lavori, utilizzando la leva del massimo ribasso, lentamente muore l’autotrasporto tarantino. Spiace sentire e dichiarare il contrario. E, cioè, che non esiste alcuna pratica di questo tipo. Spiace soltanto sentire evocare la consuetudine all’assistenzialismo per tutti quei soggetti economici locali che, ogni santo giorno, da diversi anni ormai, nonostante tutto e tutti, anche quando tutti i fornitori non locali e storici hanno girato le spalle alla continuità del nostro stabilimento, hanno destinano propri lavoratori (e mezzi) per la causa del siderurgico. Senza mai chiedere nulla in cambio. Senza aver ricevuto un solo euro, come parziale riconoscimento dell’opera prestata.
Come si possa fare a confondere la realtà, l’oggettiva quotidianità, con un’immaginazione a dir poco fervida, è difficile da poterlo comprendere. Come si fa, altresì a non rendersi conto che, con le nuove tariffe, l’autotrasporto non ha alcuna possibilità di sopravvivere alla tagliola dei costi di gestione, di per sé già insostenibili. Tariffe che, giova ricordare, sono ben al di sotto della soglia del 35% fissata con decreto del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e che non tengono conto della specificità del nostro territorio. Per trasportatori di altre territori il trasporto da Taranto sarebbe solo un trasporto di ritorno, per noi è il trasporto di partenza.
Qualcuno bravo, ma bravo per davvero, ci faccia capire: in tutta Italia si applicano dei parametri, si trasportano merci su gomma facendo fede a criteri ministeriali, e per qui a Taranto, per quel che concerne l’appalto dell’ex Ilva, si cambiano le carte in tavola? Siamo forse un Paese nel Paese? Un Paese del Terzo Mondo all’interno dello stesso Paese? Tutto questo è davvero assurdo. Illogico. Offensivo per quanti come noi, imprese locali, imprenditori di questa città, hanno lasciato propri soldi per strada. Con un bidone rifilatoci dieci anni fa e, più di recente, con il 35% dei crediti vantati che mai riscuoteremo.
Altro che assistenzialismo. L’assistenzialismo, semmai, siamo stati noi a farlo ad altri. L’esempio di quanto sostenuto è rappresentato dal nuovo contratto predisposto, il cosiddetto “Tender road”. Con questo schema contrattuale e giuridico, infatti, aziende che non sono mai state contrattisti Ilva potranno iniziare a lavorare con il siderurgico. Tutto regolare, ci mancherebbe. Tutto nella norma. Ma se si prevedesse una clausola sociale per le imprese tarantine e storiche, dopo quanto subito in tutto questo arco di tempo, nessuno griderebbe allo scandalo.
Le ferite sono troppo fresche e grondanti di sangue ancora, per trovare strumenti affrettati che sortirebbero solo effetti devastanti su una categoria debole ed allo stremo. Forse sarebbe opportuno prendersi ancora un po’ di tempo e con estrema saggezza e ponderatezza, mettere a punto un sistema più equilibrato che incontri le esigenze di tutte le parti.