Il Ministero dell’Interno abolisce la norma che obbliga i sindaci a dimettersi sei mesi prima delle elezioni regionali. L’Anci Puglia chiede un intervento immediato
Il Ministero dell’Interno ha dichiarato incostituzionale la controversa norma regionale pugliese che obbliga i sindaci a dimettersi sei mesi prima delle elezioni regionali per potersi candidare al Consiglio Regionale. La decisione del Viminale conferma le preoccupazioni espresse dall’Anci Puglia fin dall’approvazione dell’emendamento.
La disposizione, introdotta attraverso un emendamento votato a scrutinio segreto, è stata definita dal Ministero “irragionevole” e in contrasto con le norme generali stabilite dalla legge 165/2014. In una nota inviata al Governo, nell’ambito del controllo sulla legge di bilancio 2025, il Viminale ha sottolineato come l’articolo 219 rappresenti una limitazione ingiustificata del diritto all’elettorato passivo dei primi cittadini.
La contestazione della norma ha trovato ampio sostegno tra i sindaci pugliesi di ogni schieramento politico e di comuni di diverse dimensioni, che nelle ultime settimane hanno manifestato il loro dissenso attraverso l’Anci Puglia. Secondo l’associazione, la norma non solo è discriminatoria ma impone anche un ostacolo significativo alla partecipazione democratica, costringendo i sindaci ad abbandonare il loro mandato senza alcuna garanzia di effettiva candidatura alle regionali.
La palla passa ora al Consiglio regionale della Puglia, che dovrà scegliere se revocare autonomamente la norma o attendere un’eventuale impugnazione da parte del Governo. L’Anci Puglia chiede un intervento immediato per correggere quella che definisce “una brutta pagina di legiferazione antidemocratica”.