Un’ingiusta detenzione rivive sul palcoscenico del Teatro Le Sedie di Roma. Una storia tratta dal libro del legale tarantino sulla storia di Anna Maria Manna
La drammatica storia di Anna Maria Manna, vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani, rivive sul palcoscenico del Teatro Le Sedie di Roma. “L’Offesa”, tratto dall’omonimo libro dell’avvocato tarantino Rosario Orlando, ha debuttato con tre repliche sold out, raccontando una vicenda che ancora oggi fa riflettere sulla fragilità del sistema giudiziario.
Era il maggio 2000 quando la Manna, una donna incensurata di Palagiano (Taranto), venne arrestata con l’accusa infamante di pedofilia. La causa? Un banale errore di riconoscimento fotografico, basato su uno scatto che la ritraeva diciassettenne, molto diversa dall’aspetto che aveva all’epoca dei fatti. Lo spettacolo, prodotto da L’Albatro e Nutrimenti Terrestri con il patrocinio dell’associazione Errori Giudiziari, porta in scena non solo il calvario giudiziario della protagonista, ma anche il devastante impatto sulla sua famiglia e sulla sua reputazione sociale e professionale.

“È una storia che racchiude tutte le cause più frequenti di ingiusta detenzione”, spiega il regista Carlo Fineschi, che ha curato l’adattamento teatrale insieme a Sara Allegrucci. “In Italia, ogni anno, mille persone vengono arrestate ingiustamente. Potrebbe capitare a chiunque”.
Sul palco, un cast di quattro attori – Sara Allegrucci, Matteo Bolognese, Edoardo Ciufoletti e Chiara Della Rossa – dà vita alla battaglia legale condotta dall’avvocato Orlando, culminata con il proscioglimento della Manna dopo 14 mesi di ingiusta detenzione, prima in carcere e poi ai domiciliari.
La vicenda di Palagiano, che nel 1999 sconvolse l’opinione pubblica con accuse di festini a sfondo sessuale coinvolgenti minori, si rivelò per la Manna un incubo kafkiano: nonostante l’esistenza di prove che la collocavano a Torino nel periodo dei presunti reati, dovette attendere più di un anno per vedere riconosciuta la propria innocenza.