venerdì 2 Maggio 25

Quando il doppio stroppia

Leggere le interviste di Vendola e Frantoianni, raccolte dai soliti giornali che ormai non legge più nessuno, ricorda il significato che Pascal dava al concetto di scommessa. La ricerca di assoluto rispetto alle nostre disperazioni. Nichi e Nicola, due frati rossi, ortodossi, in pellegrinaggio per le Puglie

Il troppo stroppia. Il doppio anche di più. Si fa fatica già nel tollerare Vendola preso da solo, a singole dosi; figuriamoci, poi, Vendola e Frantoianni assunti assieme. Ambedue Nicola, l’uno soltanto più Nichi dell’altro. Due frati rossi, in pellegrinaggio per le Puglie non appena si avverte nell’aria profumo di elezioni. Con l’ambizione smodata di ridurre la sinistra al verde. Rossi (eventualmente) dentro, verdi fuori. Insomma: le nostre angurie estive. Senza idee in tasca, Nicola 1 e Nicola 2 rilasciano interviste a pagina intera ma comprensibili solo per metà a voler essere fortunati. Sempre ai soliti giornali, con sempre meno lettori; fogli impigriti, crassi, di una pinguedine che ricorda i fasti di un passato ormai volato via.

Sto decidendo se candidarmi alle prossime Regionali, la gente me lo chiede con fare pressante, mi ferma per strada nell’attesa di una risposta, riferisce Nicola 1, alias Nichita. La gente? Ma quale gente? Neanche fossimo tutti come quella vignetta di Forattini di qualche decennio anno fa, che ritraeva un lettore dell’Unità seduto su una panchina in un parco cittadino. E con l’ombrello aperto sopra la propria testa, nonostante la piacevole giornata di sole. Perché signore, chiese un passante, ha l’ombrello aperto? Perché c’e’ scritto sul giornale che oggi sarebbe piovuto. Nicola 2 la prende larga, invece. Discetta del presente, di Emiliano, di Decaro, di Trump e dei dazi, del riarmo europeo, come certi rappresentanti di commercio rimasti ancorati alla Terza Internazionale. Ossequianti dell’ortodossia, del Partito (comunista) Paese nel Paese, del noi sempre brava gente e loro sempre brutti sporchi e cattivi, della questione morale da agitare tutte le volte che non si ha altro da dire.

Ma Nicola 1, alias Nichita, colui che utilizza le frasi di Don Tonino Bello quando il suono cacofonico delle parole pronunciate risulta insopportabile persino a se stesso, non è il già presidente pugliese che rideva al telefono con Girolamo Archinà, pace all’anima sua? E Nicola 2, cioè Frantoianni, dimenticato assessore regionale con Nicola 1, catapultato a Bari direttamente da Pisa, perché certa sinistra è internazionale anche quando è nazionale, e sistema i compagni ai quali dovesse mancare momentaneamente la compagnia, somiglia ad una scommessa pascaliana. Pur di appagare un intenso bisogno di assoluto, il suo, confonde l’esibizione con la conversazione a mezzo stampa. Nicola 1 e Nicola 2, due Nicola in uno. Nicola II, l’ultimo dei Romanov. Lo zar di Russia in gita presso la chiesa russa di Bari. La religione è Ortodossa, i nostri due frati rosso-verdi anche. I cattivi maestri della sinistra, con una parola di troppo, maestri, raccontatici in un bellissimo saggio di Luciano Pellicani solo qualche anno fa.

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