Sul palco sono saliti per un breve intervento i tre direttori artistici Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci per ricordare il significato dell’Uno Maggio Libero e Pensante che, partendo dalla situazione particolare di Taranto, “si allarga a una visione universale che riunisce gli attivismi di tutto il mondo”
L’esibizione di Chiara Bevilacqua, in arte Acquachiara, cantautrice romana classe 1999, cresciuta tra musica e teatro, vincitrice nel 2024 del contest Music For Change, Acquachiara con il brano Piacere, Sofia, ha aperto l’edizione 2025 del concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto.
Un evento di musica e denuncia organizzato dall’omonimo Comitato di cittadini e lavoratori che fu fondato da operai dell’ex Ilva nel 2012 dopo il sequestro degli impianti. Il concertone, che si tiene come di consueto, nell’area del parco archeologico delle mura greche, quest’anno è dedicato a Massimo Battista, ex operaio Ilva, tra i fondatori del Comitato che organizza il concertone, morto il 7 ottobre del 2024, stroncato da un tumore.
La conduzione è affidata ad Andrea Rivera, Martina Martorano, Serena Tarabini e il cantautore polistrumentista Naip. Sul palco sono saliti per un breve intervento i tre direttori artistici Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci per ricordare il significato dell’Uno Maggio Libero e Pensante che, partendo dalla situazione particolare di Taranto, “si allarga a una visione universale che riunisce gli attivismi di tutto il mondo”.
La novità di quest’anno è l’idea di trasformare il concerto in un evento che ricordi gli storici raduni internazionali, con ospiti come Tommy Cash, il performer estone direttamente dall’Eurovision Song Contest e con le nonne di Ostuni pronte a ballare sulle note di Espresso Macchiato, per approdare al Riva Starr, dj e producer napoletano all’anagrafe Stefano Miele, trapiantato a Londra, con ha all’attivo remix di artisti come Gossip, Estelle e Usher. Insieme a loro la Line-Up si popola di Paolo Rossi, Giancane, Il Teatro degli orrori, Pop X, Lamante, Motta e la sua band, Fido Guido & Rockin’Roots Band, Denaldo, La Nina, Mille, Ascanio Celestini, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo e Acquachiara, vincitrice di Musica Contro Le Mafie. La musica si alternerà agli interventi di attivisti provenienti da ogni parte d’Italia. (Ansa)
Uno Maggio Taranto: Michele Riondino ricorda i morti sul lavoro e il dramma dei migranti
“Daniel, Umberto e Nicola: sono le ultime tre vittime del lavoro, gli ultimi tre nomi sulla lista. Ma i lavoratori deceduti in questi primi mesi dell’anno hanno già superato quota 300. Daniel, Umberto e Nicola vanno moltiplicati per cento.
Cosa è andato storto? Forse siamo noi pazzi, forse è solo successo che nuovi diritti hanno preso il posto di quelli vecchi. Uno dei diritti nuovi è lasciare liberi i criminali di guerra, lasciare su un volo di Stato un torturatore stupratore di bambini, diritto nuovo è quello di presidiare i consultori o di torturare i sospettati, manganellare i manifestanti, respingere chi sta affogando, reprimere ogni forma di resistenza non violenta”. Così Michele Rondino, tra i direttori artistici del concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante, leggendo un testo dal palco, accompagnato dalle note di Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini.
Riondino ha ricordato il dramma dei migranti, la morte di 94 persone (tra loro 30 bambini) che cercavano di raggiungere la spiaggia di Steccato di Cutro, quando si parlò “di omissione di soccorso, di strage evitabile”. L’artista ha criticato la premier Meloni sostenendo che all’epoca organizzò “proprio a Cutro una delle conferenze stampa più imbarazzanti di sempre” e partecipò alla festa dei 50 anni del ministro Salvini e fu organizzato anche “un karaoke, cantando La Canzone di Marinella che racconta la storia di una ragazza che affoga”.
Poi Riondino ha parlato di guerra. “Mi viene in mente – ha detto ancora – la parola Zanana. A Gaza significa anche drone. Perchè il ronzio dei droni israeliani è diventato un sottofondo costante, la guerra chirurgica ha prodotto oltre 50mila vittime a Gaza. Questo ci dà diritto di usare e ripetere la parola genocidio?”. “Non ci possiamo permettere – ha ribadito – di usare termini giusti forse perchè tacitamente abbiamo già adottato il diritto di raccontare la storia in un mondo più asettico, più freddo, più affine a un mondo disumano”. (Ansa)