Nella masseria governativa di Bruno Vespa c’è stato l’incontro tra il consigliere comunale e il ministro degli Esteri. Potere delle prossime elezioni regionali. L’altro Massimiliano di questa storia, Di Cuia, starebbe meditando invece di abbandonare gli Azzurri
Altro giro, altra corsa. Dopo il Partito Democratico, dopo Azione, dopo Italia Viva, dopo Io C’entro ma voi no, dopo gli abboccamenti – e l’amore fatuo – con la Lega di Salvini, per Massimiliano Stellato starebbero per schiudersi le porte di Forza Italia. L’avvicinarsi delle prossime consultazioni regionali, lo sbarramento posto sul suo nome da parte del centrosinistra pugliese, richiede un exit strategy. Un cambio di passo repentino. Un partito che si utilizzi come un taxi, per dirla con le parole di Enrico Mattei. “Prendi, paghi il dovuto, e poi scendi”. Un partito con il quale candidarsi per essere riconfermato, eventualmente, in Consiglio regionale. L’occasione per celebrare l’unione civile si è avuta ieri nella masseria governativa di Manduria, con un Bruno Vespa più sudaticcio del solito. Alla presenza del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
L’ingresso di Stellato negli Azzurri, dicono i bene informati, determinerebbe la defezione dell’altro Massimiliano di questa storia: Massimiliano Di Cuia. Già maltrattato dal suo partito nelle recenti amministrative di Taranto, con una candidatura a sindaco negatagli nonostante fosse la più naturale. Quella maggiormente spendibile per un centrodestra che, nel capoluogo jonico, è sempre alla ricerca del terzo soldo per fare una lira. Politica estiva. Umida. Con lo scirocco a bagnare le idee. Le poche che resistono al cospetto di quel campione del giornalismo libero messosi a produrre vino nelle campagne della città messapica, dopo averci ammorbato per anni con i suoi libri su Mussolini.