Secondo il consigliere comunale, i assenza di risposte, di documenti ufficiali e di un confronto aperto e trasparente, “procedere rappresenterebbe un atto irresponsabile, che tradisce il principio di rispetto verso una città già profondamente ferita
«Ci chiedono di decidere sul futuro di un’intera città con una preoccupante leggerezza, senza documenti, né il tempo necessario per approfondire gli aspetti tecnici fondamentali su cui costruire un riferimento politico serio e consapevole». Con queste parole il Consigliere Comunale Mirko Di Bello, durante il proprio intervento in aula, ha espresso la necessità di prendere tempo prima di assumere decisioni che segneranno in modo irreversibile il destino della città di Taranto.
Il Consigliere denuncia la totale assenza di documentazione utile ad avviare una riflessione concreta e responsabile. A oggi, infatti, “non è stato trasmesso alcun documento ufficiale, né tantomeno è dato conoscere quale possa essere l’impatto sanitario reale su lavoratori e cittadini. In queste condizioni – osserva Di Bello – parlare di scelte consapevoli significa illudere l’opinione pubblica e forzare il dibattito in un clima di opacità e incertezza.”
A suo dire, “particolarmente discutibile è la narrazione politica che presenta la nave rigassificatrice come la via più veloce per la decarbonizzazione degli impianti. Tuttavia, da un’analisi delle infrastrutture esistenti, sembrerebbe che Taranto sia già ben collegata alla rete nazionale di fornitura del gas via terra, attraverso metanodotti potenzialmente idonei a coprire le esigenze produttive. A fronte di questa evidenza tecnica, continuare a proporre il rigassificatore come una soluzione, appare forzato, se non strumentale.”
“Se davvero si vuole aprire una nuova fase per Taranto, è necessario riconoscere che esistono alternative -afferma Di Bello, lanciando una provocazione al Governo: “se si ritiene che gli impianti obsoleti possano essere dismessi e sostituiti, allora si abbia anche il coraggio di valutare l’ipotesi che vengano ricostruiti altrove. Taranto ha già pagato un prezzo altissimo e ora ha diritto di scegliere liberamente e consapevolmente il proprio futuro, senza subirlo”.
Il Consigliere Di Bello ha posto con forza l’attenzione su tutti gli aspetti tecnici fondamentali che devono essere chiariti prima di definire una visione politica per Taranto: la reale utilità della nave rigassificatrice rispetto alla rete esistente; l’impatto sanitario su cittadini e lavoratori; il rischio industriale e l’assenza di un piano di emergenza; lo stato effettivo degli impianti ex Ilva; l’impatto paesaggistico e portuale; e infine le concrete strategie di riconversione economica.
In assenza di risposte, di documenti ufficiali e di un confronto aperto e trasparente, “procedere rappresenterebbe un atto irresponsabile, che tradisce il principio di rispetto verso una città già profondamente ferita. Taranto è infatti riconosciuta come zona a rischio industriale e ambientale. Eppure non è stato reso pubblico alcun piano di evacuazione, mentre si ipotizza l’arrivo di un’infrastruttura ad alto rischio, capace di amplificare ulteriormente la pericolosità complessiva dell’area.”
Ed aggiunge: “Immaginare una nave da crociera accanto a una nave carica di gas liquefatto, in un porto già congestionato, è il simbolo di un’idea di città sbagliata, che va respinta. Non è questa la visione che Taranto merita. Taranto ha bisogno di verità, trasparenza e tempo. E ha il diritto – oltre che il dovere – di non accettare più scelte imposte con urgenze precostituite e prive di confronto.”
Per queste ragioni, il Consigliere Di Bello al prossimo Consiglio Monotematico prevista per il 30 luglio, proporrà che ogni decisione venga sospesa, che si prenda tempo per aprire un confronto vero con la cittadinanza e con gli enti tecnici competenti, e che si operi finalmente con la serietà che una questione così delicata richiede.
«Non è solo una questione di calendario – conclude – è una questione di dignità. Di visione. Di futuro. Taranto ha già dato. Ora ha diritto di decidere da protagonista. Diciamo no al rigassificatore, no agli impianti a carbone, e sì a una Taranto nuova, libera, sicura, capace di costruire un destino diverso per sé stessa e per le generazioni che verranno.
Rivolgo un appello chiaro e diretto al Sindaco Piero Bitetti, prenda tempo, non firmi alcun documento senza aver prima valutato tutte le possibili ipotesi, coinvolgendo la città, ascoltando i cittadini, garantendo trasparenza, sicurezza e visione».


