Cosa farà il sindaco di Statte domani a Roma? Firmerà l’Accordo di Programma? A Taranto si è dimesso il sindaco, Giunta e Consiglio sono in fibrillazione, qualuno si è messo in testa di fare la rivoluzione. Nella collina dormiente (un tempo ridente) tutto tace. E, cosa più grave, nessuno chiede conto a nessuno circa il proprio operato
A Taranto si è dimesso il sindaco, Giunta e Consiglio comunale sono in subbuglio, l’ambientalismo è tornato a ruggire dopo il letargo invernale. L’Accordo di Programma sull’Ilva è argomento che coinvolge tutti: dalla casalinga di Voghera, regalataci da Alberto Arbasino, al professionista che passeggia per le vie del centro tirato dal proprio cane. In città non si parla di altro. E a Statte, l’altro comune maggiormente coinvolto dagli effetti inquinanti della grande industria? La realtà municipale che, subito dopo il capoluogo di provincia, annovera il maggior numero d’insediamenti industriali. Tutto tace. Tutto va bene madama la marchesa.
Il sindaco, Fabio Spada, domani sarà a Roma? Firmerà l’Accordo di Programma? Ha sentito il Consiglio comunale sull’argomento, ricevendo in cambio un mandato ben preciso su come operare? Ha incontrato i cittadini? Incrociato l’ambientalismo locale: di periferia, ma non periferico? Nessuno sa niente. E, cosa più grave, nessuno chiede conto su niente. Più che collina ridente, quella stattese è una collina dormiente. Una democrazia soporifera. Anestetizzata da sveglia. Tutto accade a Taranto, nel bene e nel male. Molto poco autonoma l’autonomia conquistata nel 1993. Chi nasce borgata, difficilmente non continua a vivere da borgata.