Entrando nel dettaglio delle macro aree, la Puglia ottiene 74 punti per l’area prevenzione, 69 per l’area distrettuale e 85 per l’area ospedaliera, guadagnando rispetto al 2022 due punti in più. Cartabellotta: “La frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi”
La Puglia, la Campagna e la Sardegna sono le uniche regioni del Sud ad essere promosse, mentre nel 2023 sono solo 13 quelle che rispettano gli standard essenziali di cura. È quanto emerge dai dati relativi all’erogazione in Italia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), secondo le ultime analisi effettuate dalla Fondazione Gimbe.
“Il Gimbe ha condotto un’analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute con una particolare attenzione all’entità della frattura Nord- Sud. – Afferma il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – Per ciascuna Regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera.”
Secondo il rapporto sono 8 le regioni che, rispetto al 2023, hanno registrato un peggioramento e sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). Per Cartabellotta, la riduzione delle performance anche delle regioni storicamente solide dimostra che “la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato”.
Ai primi tre posti della classifica troviamo Veneto (288), Toscana (286) e l’Emilia Romagna (278), mentre la Regione Puglia risulta tra le regioni adempienti ai Lea con il punteggio totale di 228, su un massimo di 300 punti. Entrando nel dettaglio delle macro aree, la Puglia ottiene 74 punti per l’area prevenzione, 69 per l’area distrettuale e 85 per l’area ospedaliera, guadagnando rispetto al 2022 due punti in più.
Per un’insufficienza in una sola area restano inadempienti il Molise, la Calabria e la Provincia Autonoma di Bolzano, mentre non raggiungono la soglia in due aree l’Abruzzo, la Sicilia e la Valle d’Aosta. Resta ancora molto marcato il gap tra Nord e Sud: tra le prime 10 regioni 6 sono del Nord, 3 del Centro e solo 1 del Sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, si trovano esclusivamente Regioni del Mezzogiorno.
“Il monitoraggio Lea 2023 – rimarca il presidente Gimbe – certifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla Regione di residenza e che la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi. Anzi, è più ampia di quanto i numeri lascino intendere”. La Fondazione chiede, quindi, “un ampliamento del numero di indicatori utilizzati ed una ‘radicale revisione di Piani di rientro e commissariamenti: strumenti che hanno contribuito a riequilibrare i bilanci regionali, ma che hanno inciso poco sulla qualità dell’assistenza’”.


