Questa destra pugliese è peggiore di questa brutta sinistra. Non riesce ad approfittare della situazione tragicomica venutasi a creare dall’altra parte del banco. Di Vendola e Bonelli che dovranno ricercare un’idea comune sull’Ilva dopo l’inchiesta “Ambiente Svenduto”. Questa destra non riesce a trovare neanche un candidato per le Regionali da accompagnare alla sconfitta
La destra pugliese è Giorgia Meloni in masseria e niente più. Non coltiva un pensiero proprio, non seleziona una vera classe dirigente, vive di rimbalzi. Il rimpallo ideologico sembra segnarne l’unica traiettoria possibile. Non ambisce a governare, a divenire maggioranza. Si accontenta di sedere all’opposizione, di tenere il moccolo ad amanti sinistri collocati a sinistra del banco. Neanche in una situazione tragicomica come quella venutasi a creare, con un “campo largo” e un Decaro stretto in lite permanente, con Vendola e Bonelli costretti a ricercare un’idea comune sull’Ilva dopo l’inchiesta “Ambiente Svenduto”, riesce ad approfittarne. Ad imprimere un’accelerata – di merito, nel metodo – al suo moto tartarugato. Al proprio paso doble: metà inconsistente, metà indifferente.
A Roma la premier vola da Trump, riceve capi di Stato a Palazzo Chigi, cavalca l’onda per dirla con le parole dell’ideatore del Censis: Giuseppe De Rita. A Bari, a Taranto, nella Puglia che fu di Pinuccio Tatarella, di Araldo di Crollalanza, di Domenico Mennitti, non riesce a trovare un candidato per le prossime elezioni Regionali. Anche nella sconfitta (quasi) certa, l’individuazione della vittima sacrificale per questo giro di giostra sembra complicarsi. Differenziarsi dalla sintesi; dall’equilibrio praticabile. Sono talmente malmessi, così poca cosa in tutta onestà, che parlarne male appare quasi un atto di viltà. La raffica di colpi indirizzati sulla Croce Rossa.
Questa destra è peggiore di questa brutta sinistra. Altro che pensieri nuovi – e forti – evocati dal mio amico, Marcello Veneziani. Altro che destra dei valori, delle patrie, delle nostalgie. Del credo liberista temperato dalla pratica sociale. Dei Poli che travalicano i Poli. Agli italiani piace ridere e far ridere. Il bipolarismo suicida dei nostri tempi.