La XIV edizione del Festival Donna a Sud, che quest’anno celebra il 250° anniversario della nascita di Jane Austen, prenderà il via a Taranto con la presenza della giornalista Giuliana Sgrena
Il festival Donna a Sud, giunto alla sua quattordicesima edizione, annuncia l’evento inaugurale che vedrà la partecipazione della giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena.
Il festival, ideato e diretto da Tiziana Magrì e promosso dall’Associazione Contaminazioni, si è consolidato dal 2011 come una piattaforma di riferimento nel Mediterraneo per la promozione culturale al femminile, la parità di genere e la diffusione dei diritti delle donne. La sua natura di “Open Festival” ne testimonia il carattere inclusivo e il supporto di una rete di associazioni, librerie, istituzioni culturali e cittadini.
L’INCONTRO CON GIULIANA SGRENA
La presenza di Giuliana Sgrena, giornalista e scrittrice riconosciuta per la sua analisi dei conflitti internazionali e la sua attenzione alla condizione delle donne in contesti bellici, costituisce l’evento di apertura del Festival. La sua partecipazione offrirà una prospettiva critica sulle dinamiche globali con la sua opera Me la sono andata a cercare. Diario di una reporter di guerra.
Un evento necessario in tempi come questi in cui le parole “guerra”, “riarmo” e “bellico” sono tornate a essere presenti nel lessico quotidiano. Giuliana Sgrena è stata, fra l’altro, tra le prime sostenitrici del Festival Donna a Sud, riconoscendone il ruolo di spazio di confronto culturale e libertà.
L’appuntamento si terrà martedì 30 settembre, Taranto, ore 18:30, Salone degli Specchi di Palazzo di Città. Dialogherà con l’autrice: Tiziana Magrì e Monica Golino (giornalista – Biblioteca Acclavio). Letture a cura di: Barbara Galeandro (attrice).
IL LIBRO
«Se una giornalista torna in una bara da un paese in guerra, sicuramente sarà stata uccisa perché aveva fatto uno scoop, se invece dopo essere stata rapita torna a casa viva, beh, allora se l’era andata a cercare». Giuliana Sgrena se l’è andata a cercare raccontando la violenza e la sopraffazione nei più importanti conflitti degli ultimi trent’anni, dando al giornalismo di guerra anche un punto di vista femminile.
Giuliana Sgrena è stata per quasi trent’anni inviata speciale in tutti i maggiori conflitti: dall’Algeria all’Iraq, dalla Somalia all’Afghanistan, dalla Siria all’Eritrea. I suoi articoli hanno raccontato un mondo dove la guerra stava tornando a essere non più un’eccezione ma la normalità. Dove regimi autoritari reprimevano e violentavano i propri popoli, dove gli stati fallivano, dove gli interventi di peacekeeping dei paesi occidentali si risolvevano in fallimenti e fughe precipitose. Si è esposta in prima linea per svelare le grandi falsificazioni dei governi e dei giornalisti embedded: dalle violenze commesse da chi avrebbe dovuto esportare la democrazia ai traffici osceni che ogni guerra porta con sé. A emergere in questo libro sono soprattutto gli incontri con donne e uomini straordinari, o il ricordo di colleghi, come Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli, che hanno pagato con la vita la loro volontà di testimonianza. E, naturalmente, c’è il peso che tutto questo lascia nella propria esistenza: per Giuliana soprattutto il rimorso per la morte di Nicola Calipari, colui che l’aveva liberata dal sequestro di un gruppo islamista in Iraq e che venne ucciso da un soldato americano sull’auto che li stava portando all’aeroporto di Baghdad. Per anni, alla sindrome del sopravvissuto si è accompagnata l’accusa, da parte del mondo tutto maschile del giornalismo di guerra, di ‘essersela andata a cercare’, perché una donna non avrebbe dovuto essere lì. E questo libro è proprio la rivendicazione, con orgoglio, di una vita spesa – da donna – in prima linea.