di Angelo Nasuto
Teresa Errico e Tony Miola sollecitano l’amministrazione comunale a garantire la continuità del progetto da 350mila euro, finanziato dal GAL “Luoghi del Mito e delle Gravine”
In questi giorni, grazie alla nota dei due esponenti politici massafresi della Democrazia Cristiana di Rotondi Teresa Errico e Tony Miola leggi (segretari del partito e già consiglieri comunali), si è appreso dalla stampa della messa punto del progetto intitolato “Casa del Parco”, finanziato attraverso il GAL “Luoghi del Mito e delle Gravine”, per un importo complessivo di € 350.000,00. Un progetto importante, perché si è trovato un immobile pensato come futuro spazio aggregativo di partecipazione civica e promozione del territorio. “Un’iniziativa che condividiamo nei suoi obiettivi generali – hanno ribadito i due – perché in linea con la visione di uno sviluppo locale partecipato e sostenibile. Ma ci preme richiamare l’attuale amministrazione che, sebbene il tutto fu progettato dalla passata maggioranza del sindaco Quarto (il primo mandato), dovrà colmare possibili lacune procedurali, con riferimento chiaro all’eventualità che l’ente comunale in futuro perda la gestione dell’immobile”.
In soldoni significa che siccome il bene oggetto del corposo intervento di ristrutturazione non è di proprietà comunale, ma concesso in comodato d’uso gratuito tramite un contratto, tale contratto scadrà nel 2030, tra soli cinque anni. E allora gli attuali amministratori devono far proseguire il contratto in essere, insieme alle competenti dirigenze comunali che hanno seguito l’iter dall’inizio, secondo le modalità previste, avendo sottoscritto tempestivamente una integrazione al contratto di comodato, oppure avviando un percorso per l’acquisizione dell’immobile o per il rinnovo del comodato, per tutelare l’ingente investimento pubblico e garantire la piena fruibilità della struttura ai cittadini anche nel lungo periodo.
“In caso contrario – hanno aggiunto Errico e Miola – ci troveremmo davanti a una situazione francamente inspiegabile. Senza una proroga o un nuovo accordo, tra cinque anni l’immobile potrebbe non essere più nella disponibilità del Comune, con il rischio concreto che tutto l’investimento si trasformi in uno spreco e la gestione torni pienamente nelle mani del proprietario.” Nella nota i due esponenti DCR chiedono chiarezza in modo costruttivo, nell’interesse esclusivo della cittadinanza, domandando: “esiste un atto formale che prolunghi o rinnovi il contratto di comodato? Sono state avviate trattative per acquisire la struttura? C’é un piano di gestione per garantirne la continuità e l’utilizzo nel tempo? Se questi atti esistono, benissimo e sarà nostra cura prenderne atto e apprezzarne la tempestività. Ma se non esistono e nulla si farà, la responsabilità politica e amministrativa di questa mancanza sarà tutta dell’attuale governo cittadino.


