Provare a sconfiggere la destra facendo leva sul riformismo amministrativo. Puntando sui primi cittadini di Napoli, Genova o Firenze. Altrimenti, con o senza “campo largo”, Meloni si farà beffa dei sinistrati attuali. Le Politiche sono dietro l’angolo
Trovare soluzioni per contendere, tra meno di due anni, il governo del Paese alla destra. Perché questa sinistra, così com’è, non ce la fa. Non può farcela. Il “campo largo” è l’esemplificazione di un pensiero che latita. La somma algebrica della modestia più urticante. Il molto rumore per nulla che finisce con l’annullarti. Prodi l’ha capito per tempo. Prima di altri; meglio di altri. Per questo rilascia interviste al ritmo di un ventenne, cercando di correggere una traiettoria che, altrimenti, porterà a schiantarsi. Lo spazio per un progressismo tricolore esisterebbe anche, sono i contenuti a latitare. Le leadership a mancare.
Schlein s’impegna molto, ma è sprovvista dei fondamentali. Il gesto tecnico, la postura tattica, il colpo creativo. Bonelli e Fratoianni deprimono stando in silenzio; figurarsi, poi, se dovessero profferire parola. Conte è il nulla cosmico tenuto in piedi dalla Banda Bassotti dei Travaglio&Friends. Meloni, con lorsignori, vincerebbe a mani basse. Pur governando male, andando sottobraccio a Trump, alimentando il familismo amorale, scegliendo di farsi intervistare da quel campione di libertà – e indipendenza giovanilistica – che risponde al nome di Bruno Vespa.
Che fare, quindi? L’idea che va profilandosi è quella di puntare sui sindaci che meglio stanno operando nel governo delle proprie municipalità. Facendo leva sul riformismo amministrativo. Il solo riformismo sopravvissuto alla palude dei fanatismi ignoranti della politica italiana. La civiltà di un metodo che schiude le porte al merito. E, nell’alveo di questo spazio della speranza, nelle fughe dai populismi posticci, i primi cittadini di Napoli, Genova e Firenze divengono l’investimento sicuro in una stagione parecchio insicura.
La squadra da mandare in campo; e schierare per andare in rete nella porta che apre le stanze di Palazzo Chigi. Manfredi, Salis, Funaro: trova l’asso che fugge. Scova il sindaco d’Italia. La periferia che conquista il centro, quando a popolare il centro sono ormai i beoti.


