di Angelo Nasuto
Nessun consigliere eletto. Troppi i candidati, troppe le divisioni per una comunità di circa 30 mila anime. Questa politica e’ schiava del protagonismo esasperato a corto d’idee
Nel day after del voto regionale a Massafra si ragiona sul significato di questo turno elettorale, che alcune cose innegabilmente le ha dette. Innanzitutto, a causa della bassa affluenza, che è stata una solenne bocciatura per la politica tutta che ormai viene vista dai cittadini lontana un miglio, perché se davvero poca gente è andata a votare allora vuole dire che questa gente non si sente più rappresentata.
E peggio ancora, non si sente più parte attiva di una decisione importante: decidere da chi essere governata, perché forse se voti a destra, o voti a sinistra, non c’è grande differenza e i politici utilizzano sempre lo stesso linguaggio, le stesse formule per autocelebrarsi o assolversi, risentiti puntualmente di ogni minima critica, manco si trattasse di un attacco personale che mette a rischio la propria salute. Ed infatti a riprova di questo atteggiamento, è quasi totalmente sparita dalla TV la satira politica, rivolta agli esponenti di questo o quel partito.
Poi un’altra cosa l’ha detta sicuramente, e questa riguarda Massafra. La mancata elezione di un consigliere massafrese, quasi sempre presente da decenni nella massima assise regionale, dovrebbe far comprendere a tutti i residenti della Tebaide che questa è diretta conseguenza della guerra fratricida che si è consumata dalle scorse amministrative. Una guerra che è andata avanti e combattuta con modi beceri e di una bassezza assoluta, sfruttando dirette social e pettegolezzi di quartiere: e allora oltre alla divisione tra ben sette candidati al consiglio regionale, come proba inconfutabile di tale scontro, i politici massafresi dovrebbero imparare ad elevare il livello di discussione e di accantonare una volta per tutte questa barbarie anche mediatica. I politici, anche per i loro lauti guadagni. dovrebbero avere uno stile di comportamento e di confronto diverso dal popolo, anche quello più basso.
Il risultato è che la divisione porta ad un completo nulla di fatto, anche se dobbiamo dire con modalità ed esiti diversi. Fra i candidati massafresi, colui che esce a testa alta è l’ex sindaco Fabrizio Quarto, il quale è stato il più suffragato della città che ha governato fino all’anno scorso. Qualcuno dirà che per lui questa è una magra consolazione, anche se l’elezione gli è sfuggita comunque di molto perché nella sua lista è stato sopravanzato non solo dall’eletto Giuseppe Fischetti, ma anche da Giuseppina Bove. Chiediamoci: se fosse stato supportato anche da un partito o da altre forze sarebbe andato dritto all’obiettivo? Sicuramente si.
Se Quarto non è contento per la fallita elezione, Raffaele Gentile e Maria Rosaria Guglielmi non sono certo super entusiasti della loro percentuale. Per il primo, trattandosi del Presidente del Consiglio, per smentire le eventuali e solite voci che sparlano di un possibile confronto in maggioranza con scossoni o rimpasti, c’è da dire che l’azione politico amministrativa del Comune proseguirà senza intoppi, salvo sorprese improbabili. Nel secondo caso, il dubbio è: l’ex assessore ai Servizi Sociali, contribuirà a far risalire il PD massafrese?


