Per i consiglieri comunali di opposizione è evidente ed e sotto gli occhi di tutti il disagio che attraversa la maggioranza e che condizione i lavori a Palazzo di Città
“A Taranto si naviga a vista e il centrosinistra che guida la città ha evidentemente perso anche la bussola: ieri in Consiglio comunale è caduto il numero legale ed oggi è andato in scena uno spettacolo “pasticciato” che la dice lunga sul pressappochismo della maggioranza Melucci. Dagli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza e poi ritirati alla cronica assenza degli assessori e dei consiglieri di maggioranza, è sotto gli occhi di tutti il disagio che attraversa la maggioranza e che condiziona i lavori del consiglio comunale”. – Così in una nota i consiglieri comunali di opposizione Massimiliano Di Cuia, Francesco Battista, Giampaolo Vietri, Tiziana Toscano, Francesco Cosa, Walter Musillo, Cosimo Festinante, Massimo Battista e Luigi Abbate.
Nella giornata di oggi, i gruppi di opposizione sono stati costretti ad abbandonare il consiglio comunale per un evidente errore nella gestione dei lavori, che dovevano riprendere dalla votazione del punto 6 dell’ordine del giorno, dopo la sospensione avvenuta ieri.
“Tuttavia i lavori sono ripresi dalla discussione sul punto 6, che dunque è stata illegittimamente riaperta”. – Sottolineano i consiglieri tarantini – “Abbiamo segnalato l’evidente errore alla presidenza ed al segretario generale, che tuttavia hanno deciso di ignorare le nostre recriminazioni e di proseguire i lavori del consiglio. Una sciatteria che rivela con chiarezza il modus operandi di chi guida una città che meriterebbe decisamente più rigore e serietà”.
Per i gruppi di opposizione l’aumento della Tari è l’esempio della superficialità dell’amministrazione. ”É più semplice aumentare le tasse ai cittadini, aziende e famiglie, che programmare e razionalizzare la spesa pubblica”. – Concludono – “Noi continueremo a verificare l’azione della Giunta e con senso di responsabilità resteremo propositivi, ma prendiamo atto della difficoltà a collaborare con chi si mostra sordo alle nostre proposte e non ha un’idea precisa del percorso che intraprende”.