Le sigle sindacali Confcommercio Sanità Puglia, S.Na.Bi.L.P. Puglia e LANAP chiedono urgenti chiarimenti al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
Le sigle sindacali Confcommercio Sanità Puglia, S.Na.Bi.L.P. Puglia e LANAP hanno inviato una nota ufficiale con la quale comunicano la sospensione a partire da lunedì 27 marzo 2023 le prenotazioni delle analisi di laboratorio in esenzione successive al 30 giugno 2023, specificando che si garantisce tutto ciò che è già stato prenotato dagli assistiti precedentemente. La decisione è stata presa “in attesa del giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Consiglio dei Ministri a difesa dell’art.23, comma 1, della L.R. n. 30/2022, e soprattutto a seguito delle recentissime determinazioni dirigenziali emanate dal Servizio Strategie e Governo dell’Offerta del Dipartimento della Salute della Regione Puglia”.
Nel comunicato si spiega che “non si tratta di una mera difesa di interesse di categoria ma della tutela del diritto alla salute e dei servizi di assistenza sanitaria territoriale che va salvaguardato a beneficio di tutti i cittadini pugliesi e soprattutto quelli che si trovano in stato di particolare fragilità, trattandosi di offerta di prestazione sanitaria rientrante nei livelli essenziali di assistenza (LEA)”.
“La Determinazione Dirigenziale n.47 del 27/02/2023 – chiariscono le sigle sindacali – che ha lo scopo di individuare le reti di laboratorio esistenti in Puglia per poterle quindi contrattualizzare e al fine garantire al cittadino la possibilità di fare gli esami in esenzione, reintroduce una serie di anomalie che il Consiglio regionale ha già censurato nell’anno 2022, cui il Dipartimento regionale della salute non ha inteso porre rimedio: la prima riguarda il riavvio del cronoprogramma, il cui documento non è stato oggetto di
nessuna normativa; poi, l’invito del Dipartimento regionale della Salute alle aziende sanitarie a redigere i contratti da stipulare con le reti di laboratorio contenenti una clausola contrattuale risolutiva in caso di sentenza dichiarativa di incostituzionalità,
senza però fornire alcuna tutela per le prestazioni sanitarie già erogate dalle medesime
strutture private in forza di tale contratto e nei limiti dei previsti tetti di spesa loro assegnati. Inoltre, la verifica e l’aggiornamento delle reti dei laboratori privati accreditati sono stati realizzati senza rispettare la normativa regionale, tanto da inventare modelli
organizzativi di rete del tutto inesistenti. Infine si richiama una Determinazione Dirigenziale che, con atto di valenza illegittima e in contrasto con i principi dell’ordinamento generale e costituzionali, addirittura vieta la libera professione”.
Per i sindacati l’inserimento di detta clausola contrattuale, la mancata difesa della legge e la presenza di tali innumerevoli anomalie evidenziano che il Dipartimento regionale della Salute, “benché privo di risorse per affrontare le questioni sanitarie quotidiane, non manca di sfornare in sequela atti dirigenziali che trasmodano, come evidenziato, in inaccettabili determinazioni arbitrarie ed illegittime”.
I sindacati specificano che le strutture sanitarie in questione, come tutte, sono soggette a liste di prenotazione che ad oggi prevedono come prima data utile giugno 2023. Inoltre, gli esami di laboratorio forniscono un servizio di pubblico interesse perché evadono le richieste di esami sul territorio per 80 % delle diagnosi.
Si chiede, pertanto, una verifica dell’operato in oggetto ma anche di difendere la legge
regionale approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale.
“In caso contrario – concludono le sigle sindacali – saranno a rischio circa 2000 posti di lavoro di professionisti sanitari (medici, biologi, chimici, tecnici, infermieri e personale amministrativo) ed i laboratori attualmente presenti sull’intero territorio regionale; saranno a rischio le prenotazioni già effettuate che non potranno essere soddisfatte,
mettendo in grave difficoltà le strutture; sono a rischio soprattutto il diritto alla salute dei
pazienti che, dopo aver atteso la data utile di erogazione, non potranno accedere al servizio offerto dalle strutture private accreditate né otterranno risposte dalle strutture sanitarie pubbliche; sarà a rischio il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti, perché, in assenza di erogazione da parte del servizio pubblico, aumenterà la lista di attesa per gli esami di laboratorio; le strutture sanitarie private accreditate non potranno garantire gli esami urgenti e quelli per le terapie salvavita andando così ad appesantire il servizio pubblico se presente”.
In ultimo, le scriventi chiedono al Presidente della Regione Puglia di chiarire se tale comportamento è da lui condiviso o è stato adottato dal Dipartimento in autonomia, sollecitando un intervento urgente in merito.