L’opera dell’Acquedotto Pugliese utilizzerà le acque del fiume Tara e avrà un costo di 100 milioni di euro
Sarà messo in funzione entro il 2026, a Taranto, il primo dissalatore per uso civile in Italia: l’opera dell’Acquedotto Pugliese utilizzerà le sorgenti del fiume Tara per produrre acqua potabile per 385 mila persone.
AQP ha approvato la gara per circa 100 milioni di euro, in parte provenienti dai fondi del Pnrr, che doterà l’Italia del più grande dissalatore ad osmosi inversa.
L’impianto di dissalazione, attraverso la pressione, costringe l’acqua da trattare ad attraversare la membrana osmotica, che trattiene le sostanze nocive e oltre il 99% dei sali contenuti.
Il prelievo sarò compiuto nel fiume Tara, le cui acque sono caratterizzate da un grado di salinità relativamente basso rispetto a quelle del mare; in questo modo sarà possibile abbattere i costi derivanti dal consumo dell’ energia elettrica e migliorare la qualità del servizio alle famiglie. Grande attenzione anche all’aspetto ambientale, grazie alla riduzione delle perdite, e al raggiungimento di nuove frontiere tecnologiche nell’ambito del sistema di depurazione.