Da Bisceglie a Palazzo Madama la distanza non è mai troppa per una sinistra che colora di passato la propria modernità. Inizia col piede sbagliato Elly Schlein. Il Pd schiavo di una sorta di dinamismo statico
Rischia di nascere già vecchio il nuovo corso di Elly Schlein. Da sinistra conservatrice più a suo agio dinanzi al passato che al cospetto del futuro. Con la modernità scivolata all’indietro, malferma, in balia degli opportunismi del momento. Difficile potere affermare il contrario, sospendere il giudizio, offrire il beneficio del dubbio, se si pensa di affidare ad uno come Francesco Boccia il ruolo di capogruppo del Pd al Senato. A colui che sta alle novità come il trapassato remoto sta al tempo presente. All’uomo che è trasmigrato da Renzi a Letta senza colpo ferire, che ha sostenuto Zingaretti, che si è innamorato di Conte, che finge di litigare con Emiliano, e adesso funge da pasdaran, da guardiano della rivoluzione di un progressismo emaciato. Involuto per manifesta superiorità delle parole sulle idee. D’altro canto, credo sia stato Massimo Cacciari a sostenerlo di recente, la politica ai nostri giorni altro non è che chiacchiera senza ideologia. Tutta la politica, senza distinzione alcuna. A Taranto ce lo ricordiamo bene il Boccia che siede in Parlamento, senza soluzione di continuità, da almeno vent’anni a questa parte. Da presidente dell’Organo straordinario di liquidazione, per il dissesto finanziario del Comune, seppe muoversi da tecnico d’area, da funzionario politicizzato, pur non destando alcuna particolare valenza. La sinistra che ha perso il contatto con il suo popolo, che considera i diritti sociali un surrogato di quelli civili, che antepone l’identità di genere alla povertà e al lavoro che scarseggia, non ha mai smarrito invece la propria vocazione al carrierismo. Ai percorsi di accompagnamento per consentire ai vari Boccia di conservare la poltrona qualsiasi cosa accada. La Schlein non è diversa da chi l’ha preceduta se decide di puntare su uno come Boccia. Il vecchio che non luccica. Il Pd si muove a bocce ferme. Una sorta di dinamismo statico. Di passato che ha espulso il futuro. Abbiamo perduto nascendo quanto perderemo morendo. La storia della sinistra italiana a far data dalla caduta del Muro di Berlino.