Detenuto psichiatrico sferra un pugno in faccia a un ispettore. Il sindacato: “Sistema al collasso, struttura sovraffollata con 931 reclusi su 500 posti”
Ancora violenza nel carcere “Magli” di Taranto. Un ispettore della polizia penitenziaria è stato aggredito questa mattina da un detenuto con gravi problemi psichiatrici, che gli ha sferrato un pugno in pieno volto. L’episodio è avvenuto intorno alle 10:00 di oggi, martedì 15 aprile.
“Il carcere di Taranto è diventato un luogo dove si perde di vista il percorso riabilitativo e dove lavorare è sempre più rischioso”, denuncia Mimmo Sardelli, segretario generale della Fp Cgil di Taranto. L’ispettore vittima dell’aggressione ha preferito rimanere anonimo, sintomo, secondo il sindacalista, di un “personale sfiduciato che non crede più nel cambiamento”.
Stando a una prima ricostruzione, il detenuto aveva ripetutamente chiesto di essere trasferito e, frustrato dai continui ritardi, ha sfogato la sua rabbia sull’agente. Lo stesso recluso avrebbe poi ammesso di aver agito violentemente proprio per ottenere il trasferimento. L’episodio si aggiunge a una lunga serie di aggressioni: “Solo una settimana fa – ricorda Sardelli – un altro detenuto ha fratturato la mano a un agente”.
Il sovraffollamento resta il problema principale: secondo i dati del procuratore generale della corte d’appello di Lecce, la struttura ospita 931 detenuti a fronte di una capienza massima di 500 posti. “Nonostante le continue visite governative e le promesse di sfollamento, la situazione resta incontrollabile”, conclude il segretario Cgil, sottolineando come il carcere sia diventato “un luogo sempre più disumano” sia per gli agenti che per i detenuti.