Si ampliano le indagini dell’inchiesta su Acciaierie d’Italia: falsificazione dei dati su emissioni CO2 e scarsa manutenzione di impianti
Tetra la questione che vede al centro l’ex Ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, accusata insieme ad altri otto dirigenti di associazione a delinquere finalizzata all’inquinamento e al disastro ambientale.
Le indagini sono state avviate per presunti reati di truffa allo Stato riguardanti le quote di CO2 necessarie per la produzione di acciaio. Secondo la Procura, Acciaierie d’Italia avrebbe ottenuto quote gratuite di CO2 superiori a quelle a cui aveva diritto, falsificando report e dati per dichiarare emissioni inferiori. Un comportamento che avrebbe causato un danno di circa 500 milioni di euro.
Oltre alla Morselli, sono indagati anche il suo segretario Carlo Kruger e diversi dirigenti di Acciaierie d’Italia, tra cui Francesco Alterio, Adolfo Buffo e Paolo Fietta, e gli ex direttori dello stabilimento Vincenzo Dimastromatteo e Alessandro Labile. Coinvolti anche il procuratore Antonio Mura e il dipendente Felice Sassi, mentre per l’accusa di truffa si aggiunge la consulente Sabina Zani.
Secondo le ultime informazioni citate dalla Gazzetta del Mezzogiorno, tra il materiale sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bari il 3 luglio scorso, sono emersi alcuni appunti della Morselli che rappresenterebbero nuovi elementi per l’inchiesta sulla gestione dell’ex Ilva.
L’indagine sulla gestione di Acciaierie d’Italia, prima dell’amministrazione straordinaria di febbraio, ha potenzialmente rivelato nuovi documenti e conversazioni registrate che potrebbero aiutare gli investigatori a fare chiarezza sui casi. Tra i dati emergenti dalle perquisizioni ci sono ammissioni dell’ex Amministratore Delegato riguardo la manipolazione dei dati per le quote di CO2, descritti come “finti, alterati apposta”. Inoltre, dalle intercettazioni potrebbero essere recuperate chat rilevanti scambiate tra gli indagati.
L’inchiesta si concentra anche sulla scarsa manutenzione degli impianti, che secondo l’accusa avrebbe contribuito a un nuovo disastro ambientale, con un aumento della concentrazione di benzene e altri inquinanti, che avrebbero colpito anche i luoghi di lavoro degli operai.
L’ispezione condotta sugli impianti Batterie e Sottoprodotti dell’area Cokeria ha rivelato criticità nelle tubazioni di gas coke e nei sistemi di pressurizzazione e filtrazione dell’aria, utilizzati sia negli uffici che nelle macchine operatrici. Si tratterebbe di problemi che sono stati segnalati già in passato, ma che tuttavia non erano stati rilevati nelle ispezioni visive del 2022-2023.