di Rosa Elenia Stravato
Ricordando le Kessler, icone intramontabili della danza, dello spettacolo e della televisione europea
Le gemelle Kessler, Alice ed Ellen, sono state molto più di un fenomeno televisivo: sono state un simbolo di eleganza, di modernità e di un’Europa che, uscita dalle macerie della guerra, cercava nuova leggerezza senza rinunciare alla qualità artistica. Nate a Nerchau, in Germania, nel 1936, hanno portato con sé una storia personale segnata dai cambiamenti del loro Paese, dalle tensioni della Guerra Fredda e da un desiderio quasi viscerale di riscatto artistico. Una storia che avrebbero poi trasformato in spettacolo, stile e rivoluzione. Formatesi nella rigida disciplina della danza classica e di quella moderna, le Kessler conquistarono presto il pubblico tedesco con la loro armonia perfetta, la precisione dei movimenti e un’eleganza scenica capace di catturare lo sguardo dal primo istante. Ma fu l’Italia ad accoglierle come regine dello show, grazie alla loro partecipazione a programmi storici come Studio Uno e Canzonissima, dove divennero il volto di un intrattenimento vivace, internazionale, capace di dare al pubblico la sensazione di trovarsi in una nuova era televisiva. Negli anni Sessanta e Settanta, la loro immagine – fatta di glitter, piume, provocazione sempre misurata e una fusione impeccabile tra tecnica e carisma – divenne un marchio di fabbrica. In un’Italia in pieno boom economico, rappresentavano modernità, apertura al mondo, cura estetica e professionalità: qualità che allora, più di oggi, non erano affatto scontate.Nella loro Germania natale furono simbolo di un orgoglio culturale che cercava di riaffermarsi attraverso l’arte e l’intrattenimento. Erano l’immagine di un Paese che voleva presentarsi come creativo, cosmopolita, elegante. Anche dopo essersi affermate in Italia, continuarono a essere un riferimento in patria, dove la loro carriera veniva guardata come un modello di talento disciplinato e di successo internazionale.
In Italia, invece, segnarono un’epoca: portarono una concezione dello spettacolo più vicina al musical americano, resero il varietà un genere sofisticato, elevarono il ruolo della showgirl da figura ornamentale a interprete a tutti gli effetti. La loro versatilità ha dato vita a sketch rimasti celebri: tra questi, spiccano le memorabili apparizioni al fianco di Alberto Sordi, con cui costruirono momenti di irresistibile comicità e intesa scenica. La loro capacità di adattarsi ai tempi comici, di giocare con ironia sul loro essere “due gocce d’acqua”, e di trasformare ogni numero in un dialogo vivace e teatrale, le rese protagoniste ideali per i grandi mostri sacri del varietà italiano. Da Walter Chiari a Raimondo Vianello, da Mina a Lelio Luttazzi, le Kessler hanno attraversato l’età d’oro della televisione con una naturalezza che solo le artiste più autentiche possiedono. Ma la loro grandezza non racconta di un tempo lontanissimo, no. Celebre resta la loro presenza dalla Carlucci quando accolsero l’invito di Sconsolata e riproposero il loro famoso balletto. Fu singolare, anche, la loro partecipazione al fianco di Luciana Littizzetto, quando — con autoironia e sorprendente freschezza — hanno giocato sul tempo che passa senza mai perdere la vitalità che le contraddistingueva. In quell’incontro tra generazioni si è vista tutta la loro grandezza: due artiste capaci non solo di incarnare un’epoca, ma anche di dialogare con la comicità più attuale, dimostrando come il talento vero non invecchi, ma si rinnovi. Non furono semplici ballerine: furono innovatrici.
Oggi, ricordando la loro scomparsa, si percepisce con nitidezza quanto le gemelle Kessler abbiano inciso sul modo di concepire lo spettacolo televisivo. La loro eredità non è fatta soltanto di numeri perfetti e costumi scintillanti: è fatta di professionalità rigorosa, di internazionalità vissuta senza timore, di un modo diverso di essere artiste in un’Europa che imparava a conoscersi e riconoscersi. Hanno lasciato un’impronta che ancora vibra: nei varietà che guardiamo, nei musical che applaudiamo, nelle performer che oggi possono esprimersi con libertà e ambizione. Hanno insegnato che la grazia non è mai semplice, che la leggerezza è frutto di lavoro duro e che lo spettacolo può essere cultura, identità, visione.E mentre il sipario si chiude su una storia straordinaria, rimane la sensazione che il loro passo, perfetto e sincronizzato, continui a danzare nei ricordi collettivi di due Paesi che le hanno amate sinceramente. Le Kessler non sono soltanto un pezzo di storia dello spettacolo: sono un’emozione che dura, una musica che non smette di risuonare.


