L’industria dell’editoria risulta già in crisi e i librai più fragili sono quelli più esposti. La partenza preannunciata del nuovo store del Gruppo solleva perplessità e qualche preoccupazione
di Paola Fornaro
La trama è nota. La mega libreria e il “negozio dietro l’angolo”. Nel celebre film “C’è posta per te“, remake del piu’ vecchio “Scrivimi fermo posta“, il colosso libraio, con “sconti e deliziosi cappuccini” ammaliava la clientela sottraendo così acquirenti alla piccola libreria di famiglia, in vita da due generazioni. L’associazione con la pellicola è quasi immediata alla notizia della prossima apertura di una libreria Feltrinelli nel borgo di Taranto, tra via Nitti e via di Palma. Un’indiscrezione al momento, ma piuttosto plausibile, che vedrebbe la stessa, collocata nello storico negozio di abbigliamento “Lord”, chiuso di recente.
Ma come hanno accolto il progetto i librai della zona da anni gravati dalla scure della crisi economica, particolarmente impietosa nel periodo della pandemia? Lo abbiamo chiesto alla titolare della libreria Ubik, Daniela D’Oronzo, la cui attività risulterebbe la più vicina alla mega libreria in imminente partenza. “Si tratta di un investimento totalmente sbagliato – ha dichiarato Daniela D’Oronzo a Cosmopolis – Una scelta che non tiene conto del mercato qui a Taranto e di quanto lavoriamo e ci impegniamo. Una mossa eticamente errata”.
Il Gruppo Feltrinelli, grazie alla catena proprietaria di librerie laFeltrinelli e a quella in franchising laFeltrinelli Point, ha una presenza capillare sul territorio nazionale, con 112 punti vendita totali, di cui 103 diretti e 9 in franchising.(fonte lafeltrinelli.it) L’avvio della nuova libreria nel capoluogo jonico sarebbe proprio frutto di una scelta in franchising, risultato dunque dell’accordo tra l’azienda ed un privato.
“Ma come si fa a suggerire un franchising proprio in questa zona? – si interroga la titolare della Ubik di Taranto – Rilevo in questo un azzardo dal punto di vista economico che coinvolgerà anche altri settori del commercio per via della presenza nel noto store di un’area ristoro”.
L’industria libraia è già di per se’ vessata da percentuali di lettori imbarazzanti in Italia, i cui numeri confinano il Paese in fondo alle classifiche europee. Nel 2020, secondo i dati ISTAT, il 41,4% delle persone con più di 6 anni ha letto almeno un libro, un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2019. Il valore massimo lo si era toccato nel 2010 con il 46,8%. La quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani: ha letto almeno un libro (per motivi non scolastici o professionali) il 58,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Tuttavia, è un dato in calo da anni. (fonte youtrend)
Un recente studio dell’ AIE (Associazione Italiana Editori) rileva lo stato di salute del settore. Nel 2022 si registrerebbe un andamento molto più discontinuo nella vendita di libri rispetto al 2021, ma sempre sopra al 2019. Nel 2022 si sono vendute infatti 112,6 milioni di copie, -2,4% rispetto al 2021.
Oltre a ciò si tratta di un business oberato da costi onerosi e per realtà più modeste talvolta insostenibili. “L’editoria italiana tiene e si consolida rispetto al prepandemia, ma deve affrontare nuove sfide: impatto dell’inflazione e del caro vita sulla spesa degli italiani. – scrive l’AIE – A livello industriale, la crescita dei costi, carta ed energia, riduce drasticamente i margini e mette in crisi particolarmente gli operatori più fragili come le librerie indipendenti e i piccoli editori. L’andamento generale del mercato è sempre più dipendente dalle decisioni prese dal più grande operatore nel settore della vendita al pubblico”.
La questione ovviamente, non attiene l’apertura di un nuovo circuito libraio accolto con entusiasmo, se pensiamo quanto imprescindibili, sane e necessarie siano essi quali vettori del sapere e valore aggiunto nella percezione dell’evoluzione culturale delle città.
“Da parte nostra combatteremo – chiosa D’Oronzo- Aprire una libreria è un atto coraggioso e sconsigliatissimo dal punto di vista economico. L’unica ragione che ci muove è la passione. Continueremo a garantire la nostra offerta libraia, caratterizzata da scelte editoriali spesso indipendenti e dalle iniziative culturali, numerose in questi anni e apprezzate dal nostro pubblico di lettori”.