L’invecchiamento della popolazione (nel 2050 i pugliesi con almeno 65 anni saranno il 37,5% della popolazione a fronte del 23,1% attuale), le Case e gli Ospedali di comunità da realizzare, e i 265 milioni di euro che ballano sulle nostre teste a ricordarci che il futuro è adesso. Esclusiva di CosmoPolis
Il futuro è adesso. E’ nell’avvenire del nostro sistema sanitario, calibrato sulle esigenze dei diversi territori, ci sono le Case e gli Ospedali di comunità. Come interverrà il Pnrr in Puglia? Con quante risorse? Quale tipo di sanità sarà in grado concretamente di consegnarci? Si prevede che nel 2050 i pugliesi con almeno 65 anni saranno il 37,5% della popolazione, a fronte del 23,1% attuale. Per questo motivo, la sanità territoriale nella Regione, così come quella del Paese, è destinata ad attraversare una profonda ristrutturazione, mediante i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dall’istituzione di case della comunità – luoghi di prossimità a cui i cittadini possono accedere per l’assistenza primaria – a quella di ospedali di comunità – piccole strutture (20 posti letto) per consentire un’accoglienza intermedia tra il ricovero a casa e quello in ospedale, il nuovo Piano dovrà reggersi su questi due principali presidi. Per entrambe le aree d’investimento alla Puglia sono destinati circa 256 milioni di euro, su 3 miliardi complessivi. Nello specifico, 177,2 milioni andranno alla creazione di 121 case della comunità, di cui 56 hub – quelle principali che erogano servizi di assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnostica di base – e 65 spoke (54% del totale), che offrono unicamente servizi di assistenza primaria. Per quanto riguarda gli Ospedali di comunità sono 38 quelli previsti in Puglia, per un importo complessivo dal Pnrr di 78,8 milioni di euro. In 28 casi si tratterà di interventi di ristrutturazione, mentre per 10 progetti sono previste nuove costruzioni o l’ampliamento di strutture esistenti. Il futuro ha già avuto inizio. E ricorda una massima di Cioran: “La coscienza è molto più della scheggia, è il pugnale della carne”.