Accordo nel tavolo con la task force regionale. Usb: “Necessari nuovi percorsi di ricollocazione per maestranze con età media di 50 anni”
Prorogata per altri 12 mesi la cassa integrazione per i 37 lavoratori dell’ex Cementir, protagonisti di una vertenza che si trascina da oltre un decennio. L’accordo è stato raggiunto durante la riunione con la task force regionale tenutasi nel pomeriggio di oggi, dove è emersa un’unità di intenti sul rinnovo dell’ammortizzatore sociale in scadenza a settembre. “Si tratta di uno strumento necessario per tamponare e traghettare la vertenza, tutelando il reddito dei lavoratori, ma non può e non deve essere la soluzione definitiva”, dichiarano i rappresentanti dell’Usb Taranto, che hanno richiesto e ottenuto il tavolo di monitoraggio.
Oltre alla proroga della cassa integrazione, l’incontro ha portato alla definizione di nuovi percorsi formativi, cercando un raccordo tra questi e le esigenze del territorio e delle aziende. Una necessità particolarmente sentita considerando che si tratta di lavoratori con un’età media di 50 anni e un consistente bagaglio di competenze maturate negli anni.
“I lavoratori chiedono di lavorare”, sottolinea la delegazione, evidenziando come sia fondamentale “individuare strade da percorrere per strutturare una via d’uscita che non è certamente l’ammortizzatore sociale per un altro anno”. Il sindacato attende ora di conoscere le politiche del lavoro che la Regione intende mettere in campo per la ricollocazione delle maestranze attualmente in stand by. La preoccupazione dei lavoratori è palpabile. Per questo motivo, l’Usb ha annunciato l’invio nei prossimi giorni di “una serie di spunti e proposte alla Task Force della Regione Puglia, che mirano a mettere diversi soggetti istituzionali attorno al tavolo”.
“Riteniamo necessario mirare alla reale creazione di lavoro nel territorio, anche e soprattutto con il reimpiego delle maestranze lasciate al loro destino – affermano i rappresentanti sindacali – Non possiamo accettare a cuor leggero che un’altra crisi irrisolta a Taranto si chiuda con la scomparsa delle aziende e le macerie sociali intorno”, concludono Giuseppe Farina, Pietro Pallini, Emanuele Palmisano e Federico Cefaliello della delegazione Usb Taranto.


