venerdì 9 Maggio 25

Ex Ilva, AIGI chiede di incontrare Acciaierie d’Italia

L’Associazione Indotto AdI e General Industries sottolinea l’importanza di un immediato rilancio economico della fabbrica, pena lo scoppio di una vera e propria bomba sociale entro breve tempo

“Il destino dell’ex Ilva è appeso ad un filo sottilissimo, la chiusura della più grande acciaieria d’Europa “per consunzione” rischia di diventare realtà nei prossimi giorni”

Con queste parole l’Associazione Indotto AdI e General Industries lancia l’allarme sulla situazione attuale del siderurgico tarantino.

“AIGI – si legge nel comunicato ufficiale dell’associazione – rifiuta la logica dell’oscuro progetto che vorrebbe vedere sotterrata l’economia di questo territorio. Lanciamo dunque con forza l’appello alle associazioni di categoria e a tutte le forze del territorio, liberi cittadini compresi, affinché si uniscano alla battaglia per il bene della città, della provincia e per la tutela dell’acciaio di Taranto sostenibile come asset fondamentale per l’industria manifatturiera italiana!”.

L’associazione AIGI, che raggruppa tutte le aziende metalmeccaniche del territorio, cluster di imprese altamente specializzate dell’industria siderurgica, dichiara di aver compiuto, in questi mesi, tutti i passi necessari affinché questa situazione di empasse potesse sbloccars: “AIGI ha fatto tutti i passaggi istituzionali del caso per denunciare la situazione di allarme in cui versa la fabbrica. Passaggi che purtroppo si sono rivelati vani considerata l’attualità dell’emergenza”.

Secondo l’associazione una mancata immediata risoluzione della problematica di rilancio dello stabilimento siderurgico rischia di gettare nel baratro l’economia di Taranto e dell’intero territorio: “Mancano poche settimane – afferma – allo scoppio di quella che riteniamo una vera e propria bomba sociale. Le nostre imprese dovranno far fronte al pagamento di tasse, stipendi e tredicesime mentre attendono ancora, da mesi, la corresponsione degli insoluti avendo raggiunto un’esposizione finanziaria pari a 90 milioni di euro. Non si può più attendere”.

AIGI sta formalizzando in queste ore una richiesta di incontro urgente alla società ADI per chiedere risposte urgenti ed immediate: “Chi non ha ancora compreso che la sopravvivenza della ex Ilva include la salvaguardia dell’indotto, probabilmente non conosce le dinamiche simbiotiche indotto-stabilimento e soprattutto non sa che la sopravvivenza degli impianti negli ultimi anni è frutto del sacrificio delle aziende locali che hanno continuato a fornire ricambi e manodopera altamente specializzata nonostante le difficilissime condizioni economiche”.

“L’indotto – conclude AIGI – salvaguarda il territorio e ritiene lo stabilimento siderurgico un asset fondamentale per il sostentamento dell’economia locale. Pretendiamo rispetto ed una seria assunzione di responsabilità da parte di ADI nel voler traguardare risultati che rendano lo stabilimento di Taranto nuovamente competitivo sul mercato mondiale. La città di Taranto merita una governance  che rispetti il territorio in cui opera, che abbia responsabilità imprenditoriale, che sia autorevole e dotata di un piano industriale di rilancio vincente. È questa la via, non esiste un piano B!”.

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