Nuovo incontro con le sigle sindacali fissato entro il 7 novembre a Roma
Un coro unanime quello delle sigle sindacali, Fim, Fiom e Uilm, che questa mattina hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi, a Roma, insieme ai lavoratori dell’ex Ilva: “Basta trattare con Arcelor Mittal, il governo decida da che parte stare e intervenga decisamente nella governance aziendale, per salvare il destino dei dipendenti e delle loro famiglia, oltre che per dare un futuro alla fabbrica, anche dal punto di vista ambientale e produttivo”.
Alle 11:15 i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, sono stati convocati a Palazzo Chigi per discutere delle sorti di Acciaierie d’Italia.
“Il governo esclude la chiusura e sta trattando con Arcelor Mittal – ha dichiarato poco fa Benaglia – per evitare la chiusura dei siti o l’amministrazione straordinaria. Ci sarà un nuovo incontro a Palazzo Chigi entro il 7 novembre”. A quanto riferito dai sindacati, tuttavia, l’esecutivo starebbe pensando a delle soluzioni alternative, qualora la trattativa con Mittal non dovesse andare a buon fine.
“Il governo sull’ex Ilva deve cambiare – ribadisce Palombella – prendere la maggioranza dell’azienda e prendersi la governance. Altrimenti (con ArcelorMittal) è una trattativa a perdere, che significa lasciare posti di lavoro e chiudere impianti”.
Secondo il segretario generale della Uilm “il governo attuale considera ArcelorMittal un imprenditore e un interlocutore normale. Ci sono state 10mila manifestazioni per rendersi conto che ArcelorMittal in questi 4 anni è venuto in Italia e non ha prodotto risultati dal punto di vista occupazionale, produttivo e ambientale: è sufficiente questo per dire non ci sono più le condizioni per andare avanti”.
Palombella afferma che “la trattativa è ancora complicata e noi siamo convinti che non approderà a un risultato, per questo il governo non deve concedere altri investimenti nè continuare a credere in un imprenditore che non ha più la fiducia delle comunità locali delle città dove opera l’ex Ilva”.
“La manifestazione di oggi – ha spiegato De Palma – diventerà lo stato di agitazione permanente finchè non si raggiungerà un accordo per arrivare a degli obiettivi fondamentali: di chi è la proprietà e chi è che decide dentro gli impianti. Abbiamo chiesto al governo che, come c’è in questo momento una trattative secretata con Mittal, ci deve essere una trattativa anche con i rappresentanti dei lavoratori. E il risultato raggiunto oggi e’ che ci saranno dei nuovi incontri”.
“Siamo stanchi – ha aggiunto il leader della Fiom – che un giorno c’è il presidente che viene a dire che avremo il processo ibrido e la migliore fabbrica d’Italia e nel frattempo non ci sono neanche i guanti e le penne; senza manutenzioni degli impianti si mettono a rischio i lavoratori ogni giorno”.
“Se l’ad Morselli al posto di andare a fare le conferenze stampa, andasse a parlare con i lavoratori – ha proseguito De Palma – si renderebbe conto del fatto che gli impianti sono ancora in piedi solo perchè ci sono i lavoratori dentro. Siamo al paradosso che non discutiamo di salita produttiva e di piano industriale o occupazionale, ma di altra cassa integrazione a dicembre. Noi non siamo in piazza per chiedere ammortizzatori sociali ma per chiedere il lavoro. Per questo da qui al 7 ci riuniremo come segreterie nazionali di Fiom, Film e Uilm sul territorio per decidere come mantenere le iniziative per le vertenze in corso”.