Il segretario generale della Cgil, durante la visita agli stabilimenti di Leonardo e Vestas a Taranto, ha sottolineato l’urgenza di investimenti pubblici per garantire un futuro sostenibile degli impianti
“Siamo di fronte al fatto che se vuoi davvero garantire investimenti e se vuoi veramente fare un processo di nuovo sistema anche di produzione dell’acciaio, che sia sostenibile, sia per l’ambiente che per le persone dentro e fuori dai luoghi di lavoro, è il momento degli investimenti. E se non c’è una presenza anche dello Stato diretta nel gestire questo processo io vedo seriamente il rischio che possa saltare tutto e questa responsabilità credo non ce la possiamo permettere”.
Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, parlando a Taranto dell’ex Ilva a margine di un’assemblea nello stabilimento Leonardo di Grottaglie e dopo aver visitato lo stabilimento Vestas di Taranto e aver incontrato i lavoratori per parlare anche dei 5 quesiti del referendum abrogativo dell’8 e del 9 giugno e delle ragioni del Sì esplicitate dal sindacato. Era presente il segretario generale della Cgil di Taranto Giovanni D’Arcangelo.
“Le scelte per l’ex Ilva che non sono state fatte sin dall’inizio – ha aggiunto Landini – ora tornano fuori. Io vorrei ricordare che fin dal 2012, quando è iniziata tutta questa partita, sia la Fiom che la Cgil avevano indicato in modo molto chiaro la necessità di un ruolo centrale dello Stato per poter affrontare questa situazione. Oggi siamo di nuovo lì. C’è bisogno di fare investimenti, chi li fa questi investimenti in questo momento? Abbiamo visto che tutte le strade percorse, quando pensavano che il mercato risolvesse i problemi, non le stanno risolvendo”.
Landini ha ribadito l’importanza “di un ruolo anche pubblico perchè non è possibile che si continuino a utilizzare i soldi pubblici per poi non fare le cose che debbono essere fatte, con il rischio che se non viene affrontata davvero si potrebbe arrivare a una situazione non più recuperabile”.
(ANSA)


