Acciaierie d’Italia invia ai sindacati la lettera che avvia un nuovo anno di cassa integrazione straordinaria grazie alla proroga disposta dal Governo; preoccupazione tra le imprese dell’indotto per l’interruzione della cessione dei crediti da parte della banca delegata da AdI alle operazioni sulle fatture
Sono due i fronti principali che si aprono nella delicata vicenda che avvolge le sorti dell’ex Ilva: l’avvio della nuova cassa integrazione straordinaria nello stabilimento di Taranto e la stretta sul credito annunciata dalla banca che la stessa Acciaierie d’Italia ha delegato a trattare e gestire le fatture dei fornitori e delle imprese dell’indotto.
Usb ha comunicato, nelle scorse ore, che Acciaierie ha inoltrato ai sindacati la lettera che avvia la procedura per l’inizio di un nuovo anno di sospensione dal lavoro dall’1 gennaio, alla luce della proroga disposta dal Governo.
La cassa straordinaria è già da tempo in atto nella fabbrica: il 2023 si è chiuso con 3mila addetti sospesi temporaneamente dal lavoro, di cui 2.500 solo a Taranto, dove i dipendenti sono 8.200. Le norme ora prevedono che per quest’anno per le imprese di interesse strategico nazionale che hanno in corso piani di riorganizzazione aziendale con almeno 1.000 lavoratori dipendenti, sia autorizzato con un decreto del ministero del Lavoro – a domanda e in via eccezionale – un ulteriore periodo di cassa straordinaria fino al 31 dicembre 2024.
Sul fronte indotto-credito-fatture emesse verso Acciaierie, invece, Aigi segnala che la banca individuata dalla società siderurgica ha inviato nelle scorse ore una comunicazione allo stesso indotto, specificando che l’istituto di credito “ha preso atto della comunicazione della presidenza del Consiglio dei ministri in data 8 gennaio 2024 in cui si rende noto l’indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento nemmeno come socio di minoranza in Acciaierie d’Italia”.
“C’e’ quindi il “rischio di non continuità aziendale”, si legge nella lettera che la banca ha inviato all’indotto, e quindi si comunica “la revoca con effetto immediato del plafond prosoluto da essa concessa sul debitore ceduto”. “Nessun ulteriore credito – afferma la banca , rispetto a quelli la cui cessione era già stata perfezionata e resa efficace nei confronti del debitore ceduto, potrà ritenersi accolto in garanzia. I contratti già oggetto di cessione saranno disciplinati secondo le previsioni di contratto di factoring in essere tra le parti”.
L’associazione ha chiesto ai ministri Urso, Fitto e Calderone, nonchè al sottosegretario alla presidenza, Mantovano, di essere ricevuta domani.
Fabio Greco, presidente di Aigi, scrive al Governo che le imprese “sono strangolate da una situazione finanziaria complessa già dal 2015 con la dichiarazione di amministrazione straordinaria”. “Ed ora – rileva Greco – sono sull’orlo del baratro a causa di crediti insoluti e mancati ordini. Saranno costrette a fare ricorso allo strumento della cassa integrazione”. Preoccupazione, infine, l’Aigi manifesta sul fatto che la banca delegata da Acciaierie alle operazioni sulle fatture, abbia “interrotto la cessione dei crediti alle aziende che ne avevano fatto ricorso”.
Questa mattina, infine, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sara’ al presidio di protesta degli autotrasportatori di Casartigiani che dal 2 gennaio stazionano con i loro mezzi sul piazzale della portineria C del siderurgico per rivendicare da Acciaierie il pagamento delle fatture arretrate e scadute.
AGI