In un luna park dove le imprese sembrano danzare sul filo della bancarotta come acrobati temerari, si sta assistendo ad uno spettacolo circense di proporzioni epiche: il Grande Salvataggio della Grande Fabbrica a discapito delle sue povere imprese fornitrici, quelle che da sempre sono state le operose formiche all’ombra del grande Gigante
In un film del 2002 diretto da Andrew Davis con protagonista Arnold Schwarzenegger, la morte della famiglia del protagonista (che poi diventa una sorta di giustiziere), è definita dall’interlocutore “effetto secondario di un’azione di giustizia”, un “danno collaterale” appunto.
E’ la medesima sensazione (un mix pericolosissimo di rabbia e terrore) che le imprese fornitrici dell’ex Ilva vivono ormai da mesi mentre girano vorticosamente sulla giostra delle incertezze manovrata da due sapienti strateghi che si divertono a farsi la guerra o forse a fingere di farsela.
In un luna park dove le imprese sembrano danzare sul filo della bancarotta come acrobati temerari, si sta assistendo ad uno spettacolo circense di proporzioni epiche: il Grande Salvataggio della Grande Fabbrica a discapito delle sue povere imprese fornitrici, quelle che da sempre sono state le operose formiche all’ombra del grande Gigante.
Fatto sta, è esperienza comune, che chi gira troppo su una giostra, ben presto vede trasformarsi l’ebbrezza ed il divertimento iniziale in un colossale conato di vomito. Tutto confermato, – è proprio così – affermano gli imprenditori delle aziende dell’indotto, i quali, come agnellini a Pasqua, dopo aver gioito per il salvataggio della Grande Fabbrica, si sono accorti nella giornata di ieri che la grande festa prevede qualche “Danno collaterale”, di poco conto (dicono dall’alto) ovvero il sacrificio della classe imprenditoriale e delle imprese. Si badi, ad essere sacrificati NON saranno i lavoratori delle imprese i quali potranno godere di un paracadute multicolore che si chiama cassa integrazione ma “soltanto” le imprese e gli imprenditori.
Il “proiettile vagante”, esploso dal “fuoco amico governativo” in questo caso si chiama Amministrazione Straordinaria; una sorta di “bomba intelligente” che uccide l’imprenditore ma non il collaboratore.
Molte delle imprese protagoniste di questo “sequel” del film già proiettato nel 2015 (anno della prima Amministrazione Straordinaria), si riconoscono perché portano già i segni della prima esplosione: chi zoppica da una gamba, essendo stato costretto a ridurre a metà le dimensioni aziendali; chi piegato in due incede, incerto, sotto il peso di un mutuo personale contratto per salvare l’impresa; quasi tutti camminano muovendo le gambe con passi laterali, larghi…(per decenza non spiegheremo il perché). Ovviamente ci sono anche tutte quelle che hanno raggiunto il Paradiso delle Imprese, dove riposano in pace e dove gli F24 hanno sempre saldo zero, che bello!
Continua così, sotto gli occhi annoiati del pubblico locale e nazionale, lo spettacolo macabro di un piano di salvataggio che sembrava uscito direttamente da un manuale di comicità aziendale simile agli spettacoli che si svolgevano 2000 anni fa a Roma nell’Anfiteatro Flavio, il Colosseo, dove i poveri Cristiani venivano sbranati dalle belve feroci per volere dell’imperatore di turno attento solo agli interessi dell’Impero a discapito di inermi vittime sacrificali. Danni collaterali, appunto.